Sabato un tribunale indiano ha dichiarato un uomo colpevole dello stupro e dell’omicidio di un medico lo scorso agosto a Calcutta. Questo crimine ha suscitato indignazione in questo Paese che ha un problema cronico di violenza contro le donne. Questo crimine ha dato luogo a grandi manifestazioni in tutta l’India e gli operatori sanitari hanno scioperato. Sanjoy Roy, un volontario di 33 anni che lavorava presso l’ospedale dove è stato scoperto il corpo insanguinato del medico di 31 anni, si è dichiarato non colpevole, sostenendo di essere “vittima di una montatura”.
Il processo si è svolto rapidamente attraverso il sistema giudiziario indiano, solitamente lento, e le argomentazioni conclusive si sono concluse meno di 10 giorni fa. “La sentenza sarà pronunciata lunedì”, ha detto il presidente della corte, Anirban Das, dopo l’annuncio della sentenza.
Sanjoy Roy è stato portato al tribunale di Calcutta, nell’est del Paese, da un furgone della prigione. Una folla di manifestanti si è radunata davanti al tribunale, dove era dispiegata una grande forza di polizia. “Impiccatelo, impiccatelo”, hanno cantato i manifestanti. Anche la famiglia della vittima, la cui identità non è stata rivelata secondo la legge indiana sulla denuncia dei casi di violenza sessuale, ha chiesto la condanna a morte.
“La gente comune perderà fiducia nel sistema giudiziario se non verrà condannata alla pena di morte”, ha detto all’AFP la madre della vittima, seduta a pochi metri da Sanjoy Roy durante la pronuncia del verdetto. “Ha brutalmente spento la vita di nostra figlia. Merita la stessa sorte”, ha aggiunto suo padre.
Questo crimine ha suscitato rabbia e alcuni operatori sanitari hanno scioperato e manifestato, chiedendo misure di sicurezza più severe negli ospedali pubblici. Sanjoy Roy è stato arrestato il giorno dopo il ritrovamento del corpo della vittima.
In seguito alle proteste, la Corte Suprema dell’India ha ordinato la creazione di un gruppo di lavoro, composto da medici, che preparerà un piano per prevenire la violenza negli ospedali. Questo crimine ricorda quello subito da una giovane donna su un autobus nella capitale Nuova Delhi nel 2012, che scatenò un’ondata di indignazione in tutto il Paese dopo uno sciopero di diversi giorni degli operatori sanitari.
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