UNQuando Meta annuncia la fine del fact-checking e salgono le tensioni tra l’Europa e la libertà di espressione europea.
Il punto: Meta ha annunciato la fine del fact-checking. Cosa significa questo in pratica? La democrazia è in pericolo?
Fabrice Epelboin: Dire che Meta mette fine al fact-checking non significa la scomparsa di tutti i filtri sulla piattaforma. I contenuti illegali agli occhi della legge saranno sempre censurati. In realtà, i meccanismi di moderazione si stanno evolvendo. Invece di fare affidamento su team di verificatori di fatti, Meta ora favorirà strumenti come le note della community.
Le note comunitarie consistono nel lasciare che gli utenti prequalificati aggiungano loro stessi disconferme o annotazioni contestuali sotto le pubblicazioni, per poi votare per rendere una nota visibile a tutti o, al contrario, seppellirla. Si tratta di un meccanismo partecipativo, già utilizzato su X, e che attribuisce maggiore responsabilità alla community nell’individuare e contestualizzare i contenuti fuorvianti. Queste note mirano a sostituire il ruolo svolto finora dai tradizionali fact-checker, ma senza la stessa centralizzazione e senza intervento istituzionale.
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