l’essenziale
Un soldato ucraino, catturato dall’esercito russo a Mariupol all’inizio del conflitto, è stato rilasciato alla fine di dicembre nell’ambito di uno scambio di prigionieri tra i due Paesi. Oggi racconta la sua difficile permanenza nelle carceri russe.
La sua prigionia è durata esattamente 991 giorni, trascorsi in otto diverse carceri russe, come ha spiegato oggi ai giornalisti di BFMTV che hanno potuto incontrarlo. Oleksander è stato catturato e fatto prigioniero il 12 aprile 2022 a Mariupol, meno di due mesi dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il 30 dicembre ha potuto finalmente ritornare nel suo Paese, grazie a un accordo di scambio di prigionieri tra i due Paesi, come regalo di Natale anticipato (il Natale ortodosso si festeggia il 6 gennaio, ndr).
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Ritornato in Ucraina, come 188 suoi connazionali, Oleksander può ora raccontare ciò che ha vissuto ai media occidentali, come il canale francese di notizie 24 ore su 24, che ha rivelato il contenuto della sua testimonianza questo lunedì 13 gennaio.
“Ho visto gente morire”
Dopo la sua cattura da parte dell’esercito russo, il soldato ucraino è stato trasferito in almeno otto prigioni diverse, ma ogni volta ha vissuto l’orrore. Dice: “In alcune carceri dove sono stato, ricevevamo ogni giorno percosse, bastonate, corrente elettrica, gas lacrimogeni. E le continue minacce, insulti, umiliazioni”, elenca. Lui.
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Secondo Olksander, i prigionieri ucraini venivano lasciati a se stessi durante la prigionia, anche quando avevano bisogno di cure per sopravvivere. “Ho visto persone morire in prigionia. A volte le loro malattie croniche peggioravano e non c’erano né medicine né cure. I russi non avevano alcuna voglia di curarci”, spiega.
Il soldato rivela anche, senza troppa sorpresa, la ricorrenza di scene di tortura. “Quando ti addormenti, quando ti svegli, quando mangi, senti le urla delle persone che vengono torturate nelle vicinanze.” Una quotidianità estrema, che per fortuna si è conclusa per Oleksander il 30 dicembre.
svizzero