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» “Dettaglio della Storia”
Il 13 settembre 1987, durante il Grand Jury di RTL – Le Monde, Jean-Marie Le Pen dichiarò: “Non sto dicendo che le camere a gas non esistessero. Non sono riuscito a vederne nessuno. Non ho studiato specificatamente la questione. Ma penso che sia un dettaglio nella storia della Seconda Guerra Mondiale”. Nel processo, ha aggiunto: “Se è un dettaglio, voglio dire, della guerra, sì… Beh, ascolta. Mi stai dicendo che questa è una verità rivelata a cui tutti devono credere? È un obbligo morale? Io dico che ci sono storici che dibattono su queste questioni…”. Una dichiarazione che ha lasciato di stucco.
«Accuso la lobby dell’immigrazione, un vero e proprio sindacato anti-Le Pen, di aver avviato contro di me questo processo per stregoneria. »
Due giorni dopo, all’Assemblea nazionale, Jean-Marie Le Pen ha mantenuto il suo discorso, accusando “la lobby dell’immigrazione, un vero sindacato anti-Le Pen, di aver organizzato contro di me questo processo per stregoneria”. “I miei nemici, e con quale accanimento, mi accusavano di aver detto che le camere a gas erano un dettaglio nella storia della Seconda Guerra Mondiale… e che avrei usato questa parola nel suo senso peggiorativo… Questo è un processo abituale del terrorismo intellettuale… I campi di concentramento dove morirono a milioni ebrei, zingari, cristiani e patrioti… I metodi utilizzati per metterli a morte costituirono un dettaglio, un capitolo, nella Seconda Guerra Mondiale, come testimoniano tutte le opere della storia… chi avrà la lealtà e il coraggio di ammettere di aver sbagliato… Accuso la lobby dell’immigrazione, un vero sindacato anti-Le Pen, di aver organizzato contro di me questo processo per stregoneria”, ha dichiarato,
Per aver fatto queste affermazioni, Jean-Marie Le Pen è stato condannato prima due volte in tribunale civile, nel 1991 e poi nel 1999, a risarcire i danni alle associazioni. Penalmente, il cofondatore del FN è stato poi condannato nel 2017 in appello a una multa di 30.000 euro per aver contestato un crimine contro l’umanità, per aver ripetuto tali affermazioni nel 2015. Condanna confermata nel 2018 in cassazione.
» L’Occupazione
È stato anche condannato per aver contestato crimini contro l’umanità, questa volta a tre mesi di reclusione con sospensione della pena e una multa di 10.000 euro, nel 2012 in appello. Nel 2005, sul settimanale di estrema destra Rivarol, affermava che l’occupazione tedesca non era stata “particolarmente disumana” in Francia. Nel 1993, Jean-Marie Le Pen era già stato condannato per insulto pubblico in appello per una multa per il suo gioco di parole del 1988, “crematorio Durafour”, contro l’allora ministro della Funzione pubblica, Michel Durafour.
“Senti, ne faremo un lotto la prossima volta. »
D’altro canto, è stato assolto in appello nel 2022 per aver attaccato diverse personalità commesse contro l’estrema destra in un video sul suo blog nel 2014, dicendo a proposito del cantante Patrick Bruel, di fede ebraica: “Senti, faremo un lotto la prossima volta.” Già nel 1958, quando era un giovane deputato, disse all’ex capo del governo Pierre Mendès Francia: “sei consapevole di cristallizzare nel tuo carattere un certo numero di repulsioni patriottiche e quasi fisiche”.
» Razze, musulmani e rom –
Nel 1998, Jean-Marie Le Pen e il suo allora numero due del FN, Bruno Mégret, furono condannati a risarcire i danni all’Unione degli studenti ebrei di Francia (UEJF), per aver commentato “la disuguaglianza razziale” 1996 e 1997.
“Il giorno in cui in Francia non avremo più 5 milioni, ma 25 milioni di musulmani, saranno loro a comandare. »
Jean-Marie Le Pen è stato poi condannato in appello ad una multa di 10.000 euro per incitamento all’odio razziale nel 2005. In un’intervista al quotidiano Le Monde del 19 aprile 2003, ha dichiarato: “Il giorno in cui in Francia non abbiamo più 5 milioni ma 25 milioni di musulmani, sono loro che saranno al comando. E i francesi livelleranno i muri, scenderanno dai marciapiedi e abbasseranno gli occhi”. Nel 2014 è stato multato di 5.000 euro in appello per aver affermato nel 2012 che i rom, “come gli uccelli, (volano) naturalmente”.
Poi è stato condannato in appello nel 2017 a 5.000 euro di multa per istigazione all’odio e alla discriminazione, per aver definito “pungente” e “odore” la presenza dei rom a Nizza, nel 2013. Condanna confermata nel 2018 in cassazione.
» Violenza contro un candidato
Nel 1998, Jean-Marie Le Pen è stato condannato in appello a un anno di ineleggibilità e tre mesi di reclusione per violenza contro un candidato socialista a Mantes-la-Jolie, nello Yvelines, durante la campagna elettorale legislativa del 1997. Decisione confermata in cassazione uno anno dopo.
» Omosessuali
È stato multato di 2.400 euro in appello nel 2019, per due insulti pubblici rivolti a omosessuali, tra cui l’agente di polizia Xavier Jugelé, ucciso nel 2017 in un attacco sugli Champs-Élysées.
» Assistenti degli eurodeputati: non idonei a essere giudicati
Il cofondatore del FN è stato anche incriminato nel 2019 per appropriazione indebita di fondi pubblici nella vicenda degli assistenti parlamentari degli eurodeputati del Fronte Nazionale (FN, divenuto nel frattempo Raggruppamento Nazionale). Durante il processo che si è svolto lo scorso autunno a Parigi, il suo caso è stato “separato” dopo che una perizia medica ha constatato “un profondo deterioramento” del suo stato fisico e psicologico, stimando che non fosse in grado né di “essere presente”, né di “ preparare la propria difesa”.