Le esportazioni globali di petrolio diminuiranno del 2% nel 2024

Le esportazioni globali di petrolio diminuiranno del 2% nel 2024
Le esportazioni globali di petrolio diminuiranno del 2% nel 2024
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Secondo i dati pubblicati il ​​7 gennaio 2025 dalla piattaforma di monitoraggio delle navi, Kpler Research, le esportazioni globali di petrolio greggio sono diminuite del 2% nel 2024, segnando il primo calo dalla pandemia di Covid-19. Questa contrazione si spiega con la debolezza della domanda, con la ristrutturazione delle rotte commerciali e con le persistenti perturbazioni geopolitiche, legate in particolare alla guerra in Ucraina e alle tensioni in Medio Oriente.

I conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente hanno profondamente interrotto le forniture globali di petrolio greggio per il secondo anno consecutivo. Le esportazioni di petrolio dal Medio Oriente verso l’Europa sono diminuite del 22% nel 2024. Mentre Stati Uniti e Sudamerica hanno aumentato le consegne verso il Vecchio Continente.

Allo stesso tempo, il petrolio russo, un tempo destinato all’Europa, è stato reindirizzato verso India e Cina.

Adi Emserovich, consulente energetico ed ex commerciante di petrolio, sottolinea un riavvicinamento strategico tra Russia, India, Cina e Iran, che sta ridefinendo le dinamiche del commercio globale di petrolio.

Con l’aumento della produzione di shale oil, gli Stati Uniti hanno rafforzato la propria posizione nel mercato globale, esportando ora 4 milioni di barili al giorno. La loro quota nel commercio mondiale di greggio raggiunge così il 9,5%.

Diversi sviluppi infrastrutturali e geopolitici hanno anche rimodellato le rotte commerciali:

  • Il lancio della megaraffineria nigeriana di Dangote ha ridotto le esportazioni del paese del 13%, aumentando al contempo le importazioni di greggio statunitense.
  • L’espansione dell’oleodotto Trans Mountain in Canada ha aumentato le forniture alla costa occidentale, riducendo la dipendenza dal petrolio dell’America Latina.
  • Gli attacchi nel Mar Rosso hanno aumentato i costi di trasporto, spingendo le raffinerie europee a rivolgersi maggiormente agli Stati Uniti e alla Guyana.

Domanda in calo nei principali mercati

La domanda di petrolio è diminuita nei principali centri di consumo, in particolare in Cina (-3%) ed Europa (-1%). Questa tendenza è guidata dall’aumento dei veicoli elettrici, dalla crescente adozione del gas naturale liquefatto (GNL) e dalle politiche per ridurre le emissioni di carbonio.

In Cina, l’aumento delle energie rinnovabili e dei veicoli ibridi plug-in ha ridotto la dipendenza dal petrolio. In Europa, anche la chiusura delle raffinerie e gli obiettivi climatici hanno contribuito al calo delle importazioni.

Prospettive incerte per il 2025

Gli analisti prevedono una continua volatilità nel mercato petrolifero, con fattori tra cui le potenziali sanzioni statunitensi sull’Iran e le tariffe proposte dal presidente eletto Donald Trump sul petrolio canadese e messicano. Queste misure potrebbero alterare ulteriormente i flussi commerciali e influenzare i prezzi a livello globale.

Erik Broekwegen, direttore della ricerca presso Boutin & Partners, riassume la situazione: “Questo tipo di incertezza e volatilità è la nuova normalità. Il 2019 è stato l’ultimo anno “normale”.

In conclusione, il mercato petrolifero globale sta attraversando un periodo di grande trasformazione, caratterizzato da sfide geopolitiche, cambiamenti strutturali e da una transizione energetica accelerata. Gli operatori del settore dovranno adattarsi a questa nuova realtà per mantenere la loro competitività.

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