l’AMF aggiorna la sua dottrina per allinearla all’Europa

l’AMF aggiorna la sua dottrina per allinearla all’Europa
l’AMF aggiorna la sua dottrina per allinearla all’Europa
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La revisione della dottrina dell’Autorità dei Mercati Finanziari (AMF), attuata nella raccomandazione di posizione DOC-2020-03 modificata nel dicembre 2024, segna un passo decisivo per il settore finanziario responsabile in Francia. Destinato ad armonizzare le pratiche nazionali con le linee guida europee, in particolare quelle dell’ESMA (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), questo aggiornamento impone una regolamentazione più severa dei fondi di investimento che fanno valere criteri ambientali, sociali e di governance (ESG).

Requisiti specifici per i fondi ESG

D’ora in poi, i fondi che dichiarano un impegno ESG dovranno soddisfare requisiti dettagliati e verificabili. Gli approcci descritti come centrali, in cui i fattori ESG sono un elemento chiave della comunicazione, richiedono la visualizzazione di obiettivi misurabili. Ad esempio, un fondo deve dimostrare un miglioramento significativo di almeno il 20% nel rating ESG medio del suo portafoglio rispetto a un universo di investimento. Inoltre, almeno il 90% del patrimonio di un fondo deve essere soggetto a un rating ESG, garantendo una copertura quasi totale.

L’AMF, nella sua nuova dottrina aggiornata il 2 gennaio 2024, richiede inoltre che i documenti commerciali riflettano fedelmente gli impegni descritti nei prospetti e nei documenti normativi. Verrà sanzionata ogni incoerenza tra le promesse ESG e i reali vincoli del fondo, con l’obiettivo di limitare gli abusi di marketing legati al greenwashing. Inoltre, ora sarà necessario includere nelle comunicazioni avvertenze educative sui limiti metodologici delle strategie ESG. Anche i fondi esteri commercializzati in Francia dovranno rispettare queste regole, evidenziando la crescente influenza della regolamentazione francese sul mercato europeo.

Dati affidabili al centro dell’ESG

Questa riforma non è priva di conseguenze per le società di gestione. Devono investire in metodologie solide e rafforzare le loro partnership con fornitori affidabili di dati ESG. Questi costosi aggiustamenti permetteranno di soddisfare le aspettative degli investitori istituzionali e individuali, che sono sempre più esigenti in termini di finanza sostenibile. Per le aziende che cercano di attrarre flussi di capitale responsabili, questi nuovi standard rappresentano un’opportunità per migliorare la propria credibilità e attirare clienti consapevoli delle questioni ESG.

Per i policy maker, questo sviluppo evidenzia la necessità di ripensare le strategie ESG come impegni concreti, supportati da parametri solidi e risultati verificabili. I fondi con etichette riconosciute, come l’etichetta SRI (investimento socialmente responsabile), saranno particolarmente ben posizionati per differenziarsi in un mercato alla ricerca di trasparenza. Al contrario, coloro che non riescono ad adattarsi rischiano non solo sanzioni normative, ma anche una perdita di fiducia da parte degli investitori.

Infine, questa riforma rafforza il ruolo della Francia come attore chiave nella regolamentazione della finanza sostenibile in Europa. Si allinea agli orientamenti del regolamento SFDR e alle linee guida dell’ESMA, imponendo standard specifici adattati al contesto francese.

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