Assegnato al Cairo, presso l’Università Americana del Cairo, il Premio Naguib-Mahfouz costituisce una vera e propria istituzione egiziana, seguita e scrutata dal mondo letterario arabo. Sei opere sono state finaliste per questa annata 2024, selezionate da una giuria presieduta dalla traduttrice Sarah Enany e che ha riunito Kay Heikkinen, Ahmed Taibaoui, Youssef Rakha e Maysa Zaki.
« Sebbene il libro riguardi il Libano di oggi, va oltre i confini del proprio quadro spaziale e temporale per rivelare una realtà umana più universale per quelli di noi che, nella nostra società contemporanea, vivono in città che soffocano le anime e uccidono i sogni. », Ha sottolineato Sarah Enany nel suo discorso, pronunciato l’11 dicembre.
Mohammed Tarazi ha accettato la sua ricompensa notando che gli ha dato “una voce». «Questa voce ha preso la forma di una medaglia che porta il nome del grande scrittore Naguib Mahfouz, collocandomi tra i creatori straordinari, riconosciuti per la loro eccellenza letteraria e la loro ferma posizione contro l’odio e la tirannia.»
Il romanzoMīkrūfūn per la radice Ṣawtripercorre la crisi ininterrotta vissuta da diversi anni dal Libano, tra la gestione della pandemia, la carenza di beni di prima necessità e le battute d’arresto seguite all’esplosione del porto di Beirut.
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Come vincitore, Tarazi riceve una donazione di 5.000 dollari, oltre a una traduzione in lingua inglese della sua storia, che sarà pubblicata da Hoopoe, una filiale della casa editrice accademica dell’Università americana del Cairo.
Quest’anno sono pervenute 181 richieste di libri, provenienti da 18 paesi del mondo arabo.
Fotografia: Mohammed Tarazi (AUC Press)
Di Antoine Oury
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