La caduta di Assad, “un’occasione per sferrare il colpo finale all’Iran”

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“La caduta di Assad è soprattutto una vittoria morale”. Per Israele, “Il duro colpo inferto all’asse iraniano – il più duro che abbia subito finora – è fondamentalmente una buona notizia”, sottolinea subito Amos Harel al quotidiano israeliano Ha’Aretz questa domenica, 8 dicembre, mentre lo Stato ebraico è impegnato da 14 mesi in una guerra contro Hamas e l’intero “asse della resistenza”, che comprende anche Hezbollah in Libano, il regime di Assad in Siria, le milizie sciite irachene e gli Houthi nello Yemen.

Dopo la sconfitta di Hezbollah il mese scorso e l’assassinio, il 27 settembre, del suo leader Hassan Nasrallah, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “probabilmente vede in questi eventi l’opportunità di assestare il colpo finale all’Iran” aggiunge il giornalista israeliano. “Per mesi Netanyahu ha sollecitato l’amministrazione americana […] colpire direttamente l’Iran e smantellare il suo progetto nucleare”.

“L’asse sciita sta crollando”

Tutta la stampa israeliana vede infatti nell’inaspettata caduta di Assad un’opportunità da cogliere nella guerra latente contro il regime dei mullah a Teheran. Il regime siriano costituiva un pilastro di questo “asse di resistenza” e una testa di ponte tra Iran e Libano.

“Israele no

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