Per l’amministrazione non c’è stata “cattiva professione” prima della tragedia. L’omicidio di Stéphanie Di Vincenzo nel 2021, a Hayange, da parte del suo compagno era stato però preceduto da molteplici segnali d’allarme. Il processo si svolgerà dal 10 al 13 dicembre a Metz.
Dodici giorni prima della sua morte, il 12 maggio 2021, Stéphanie Di Vincenzo, 22 anni, ha suonato il tamburo alla porta di una vicina, Stéphanie Bello, per le strade di Hayange (Mosella). “ Puttana, ti ammazzo! ”, grida. La giovane ha appena scoperto che questa madre ripeteva tutto ciò che le aveva confidato – in particolare la sua recente relazione adultera – al compagno che voleva lasciare, un certo Liridon Berisa.
Quel giorno, questo rifugiato politico serbo di 23 anni sarebbe dovuto uscire dal carcere dove stava scontando una pena per diverse infrazioni stradali, con un braccialetto elettronico alla caviglia. Si chiude così la “parentesi incantata” di Stéphanie Di Vincenzo: il giorno prima, appresa la notizia, aveva chiesto al suo nuovo compagno, Tony, di lasciare in fretta il suo appartamento di Hayange, dove si è installato con lei, in un quartiere fatiscente di questa piccola cittadina gestita dalla RN. È più di un anno che progetta di lasciare Liridon Berisa. Ma questo 12 maggio si sente in trappola.