Quattordici anni dopo la morte di Jacques Lafleur, cosa resta oggi della sua eredità politica? Dal suo impegno negli anni ’70 fino alla firma degli accordi di Matignon e Nouméa nel 1988 e nel 1998, il fondatore del Rally di Caledonia nella Repubblica (RPCR) ha lasciato il segno.
“Né vincitori né vinti”questa dichiarazione risale al 26 giugno 1988, Jacques Lafleur l’ha pronunciata dopo gli accordi di Matignon. La firma è avvenuta a Parigi con le delegazioni indipendentiste e non indipendentiste. “Tutti siamo riusciti a capire che bisogna saper dare ma anche perdonare” ha affermato.
Gli Accordi di Matignon pongono fine alla guerra civile, dopo quattro anni di avvenimenti che
ha portato alla morte di 90 persone in Nuova Caledonia. La traiettoria era quindi tracciata per un ritorno alla pace e alla stabilità politica a Caillou.
Isabelle Lafleur, sua figlia, ritorna su questo episodio paragonandolo alla situazione odierna della Nuova Caledonia. “È stato accolto male perché quando si esce da una guerra civile, le ferite sono forti. Le cose che sono stati costretti ad accettare da una parte o dall’altra sono difficili. Dovremo affrontare questo livello di risentimento in questo momento, sarà qualcosa che sarà molto difficile da superare.Non ho scelta, penso, dobbiamo farlo.”ha spiegato.
Isabelle Lafleur non è l’unica a trarre ispirazione dal passato. A metà novembre 2024, Nicolas Metzdorf, deputato della prima circoscrizione elettorale, ha elogiato il lavoro di Jacques Lafleur. “Sono convinto che dobbiamo rifare l’RPCR. Dobbiamo formare un fronte unito come lo era l’RPCR perché abbiamo dei separatisti radicali che vogliono annientare la Caledonia”.ha allertato i lealisti eletti.
Questa posizione sarà condivisa da altri partiti politici favorevoli al mantenimento del
Nuova Caledonia in Francia? Niente è meno certo: che si tratti dei due schieramenti, le alleanze di ieri non sono necessariamente quelle di oggi. Ma quando si tratta di citare Jacques Lafleur e Jean-Marie Tjibaou, i pacifisti sono quasi unanimi.
“Rispettando le convinzioni reciproche, hanno accettato la scommessa di sollevare il dibattito. È anche all’ombra di questi esempi che dobbiamo proiettarci se vogliamo andare verso l'”emancipazione della Nuova Caledonia”ha riconosciuto Emmanuel Tjibaou, deputato della seconda circoscrizione.
Le discussioni sul futuro istituzionale del Paese sono oggi strettamente legate alla fine della crisi
situazione economica in cui versa il territorio dal 13 maggio. Una situazione senza precedenti che ricorda la complessità in cui si trovava la Nuova Caledonia nel 1988. Non resta che trovare un esito favorevole per le generazioni future come il lavoro svolto da Jacques Lafleur e Jean-Marie Tjibaou.
L’eredità politica di Jacques Lafleur spiegata da Natacha Lassauce-Cognard e Cédric Michaut:
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