Mercoledì il primo ministro Michel Barnier sarà sottoposto a due mozioni di censura che potrebbero farlo cadere.
Sotto la Quinta Repubblica, l’Assemblea nazionale riuscì solo una volta a far cadere il governo.
Era il 1962 e il primo ministro Georges Pompidou… non aveva lasciato Matignon.
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Il giorno in cui…
Il primo ministro Michel Barnier in diretta. Questo mercoledì, 4 dicembre, due mozioni di censura sono discusse nell'Assemblea nazionale dopo che il capo del governo ha utilizzato l'articolo 49.3 per approvare il bilancio della Previdenza sociale 2025. Una di queste, presentata dalla sinistra, potrebbe ottenere la maggioranza dei voti il Raggruppamento Nazionale promette di votare a favore. Il che significherebbe la caduta del primo ministro e del suo governo.
Una situazione estremamente rara… ma non del tutto senza precedenti sotto la Quinta Repubblica. Torniamo indietro nel tempo al 1962. All'epoca il Presidente della Repubblica veniva eletto dai parlamentari riuniti al Congresso. Ma il generale de Gaulle vuole cambiare la regola e stabilire l'elezione del capo dello Stato a suffragio universale. Molti deputati si oppongono, temendo una perdita di influenza per i partiti, e attivano l'articolo 49.2, noto come “censura spontanea”.
Mozione, referendum e legislativo
Il testo è transpartitico e viene presentato da centristi e democristiani, ma anche socialisti o addirittura radicali e indipendenti della destra non gollista. Il 4 ottobre si apre il dibattito all'Assemblea nazionale. Il primo ministro Georges Pompidou, nominato sei mesi prima, è salito sul podio per difendere il progetto. Non abbastanza per invertire la tendenza: la mozione è stata adottata da 280 deputati su 480. Per la prima volta nella Quinta Repubblica (e finora unica) il governo è stato rovesciato.
Il 6 ottobre Georges Pompidou si reca all'Eliseo e presenta le sue dimissioni al presidente della Repubblica. Il capo dello Stato ne prende atto, ma gli chiede di restare in carica. Quattro giorni dopo, il generale de Gaulle sciolse l'Assemblea nazionale. Il 28 ottobre viene organizzato un referendum sul suffragio universale. Il “sì” ha vinto con un ampio margine (63,3% dei voti), rafforzando il generale de Gaulle e, di conseguenza, il suo primo ministro dimissionario.
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Un mese dopo si terranno le elezioni legislative anticipate. I gollisti vincono ancora una volta. Il generale de Gaulle riconferma Georges Pompidou primo ministro e gli affida la formazione di un governo. Inizialmente rovesciato, Pompidou rimase infine a Matignon fino al luglio 1968.