Il Giappone e il paté-croute sono sicuramente una bellissima storia d'amore. Lo chef giapponese Taiki Mano, titolare del ristorante Les Saisons, situato all'interno dell'Imperial Hotel di Tokyo, è il nuovo campione del mondo di pâté-croute.
È stato il suo “pâté en croute con foglia d'oro, anatra, foie gras, maiale, animelle e pepe verde” che gli ha permesso di vincere la 15a edizione del Campionato Mondiale di Pâté-Croute, organizzato a Lione (Rodano) questo lunedì di dicembre 2 di sera.
“Ha fatto un paté di foglie d'oro, che è un'impresa tecnica pazzesca. Non è stato semplicemente messo sopra: quando ha sformato il suo pâté en croute, la foglia d'oro era incrostata” ha commentato all'AFP Audrey Merle, cofondatrice della Confrérie du Pâté-Croûte, e ha precisato che Taiko Mano ha vinto “a mani basse”.
Lo chef giapponese ha conquistato il favore della giuria composta da chef stellati, migliori lavoratori di Francia e personalità della gastronomia, presieduta dalla chef doppia stella Stéphanie Le Quellec. Lo chef, che l'anno scorso vinse il premio come miglior esordiente, “si era allenato per un anno, ha preparato 350 torte per essere pronto per la finale”, ha aggiunto l'organizzatore. Succede al bretone Frédéric Le Guen-Geoffroy, direttore del Club TP90 di Parigi.
Il Giappone, paese specializzato nel paté en croute
È un successo per il Giappone, visto che lo chef Seigo Ishimoto, del ristorante Cœur di Kobe, si è aggiudicato il secondo posto in questa classifica grazie al suo “pâté en croute autunnale al profumo di yuzu”, composto di fegatini di pollo, foie gras cotto, trombe-de -la-mort cognac e pepe yuzu. Al terzo posto si classifica il primo francese, Damien Raymond, del ristoratore Daniel Gobet, di Segny (Ain).
Il Giappone si conferma un Paese per il quale il pâté en croute non ha segreti, visto che Taiki Mano è il sesto chef giapponese a conquistare il prestigioso titolo nelle ultime dieci edizioni. “Gli chef giapponesi sono ottimi tecnici, hanno una perfetta padronanza dell’arte del coltello, hanno aggiunto il loro rigore, la loro precisione, la loro attenzione ai dettagli” a questo piatto che ormai fa parte del “patrimonio universale dell’umanità”, secondo Audrey Merlo.
Dalla creazione del concorso nel 2009, gli chef francesi e giapponesi si sono divisi i titoli, ad eccezione del 2015 che ha visto vincere la chef armena Karen Torosyan, arbitrante in Belgio.