Per questo secondo Advent Fact’Or tocca a me partecipare alla tradizionale retrospettiva annuale. In occasione di questo format, vorrei puntare i riflettori su alcuni giochi che ho trovato grandiosi. Ma il 2024 è per me soprattutto l’anno delle delusioni. Piccoli come Neva o grandi come Final Fantasy VII Rebirth o Silent Hill 2. Ma nello spirito del Natale, mi concentrerò solo sulle esperienze che mi sono piaciute.
Purtroppo, ancora una volta, le due esperienze che hanno avuto di gran lunga il maggiore impatto su di me sono stati due giochi che ho potuto provare alla Gamescom: Cairn e Lost Records: Bloom & Rage. Ma oltre ad averne già parlato nella copertura dello show, questi titoli non sono ancora stati rilasciati, quindi concentriamoci su quelli accessibili al grande pubblico. Tre in particolare. Non si tratta però di embrioni di prova, ma di dichiarazioni d’amore.
Il fatto della causa perduta
Solo nell’oscurità (2024)
Da solo nel molto molto buio
Non sorprende che, data la mia reputazione di difensore delle cause perse, il primo gioco di cui voglio davvero parlarvi sia Alone in the Dark. Questo titolo, nonostante qualche imperfezione qua e là, ha questo piacevole assaggio di AA che conosce le sue dimensioni. Ciò gli permette di curare la sua messa in scena con ambienti o transizioni sorprendenti e un bestiario davvero carino (dopo aver superato i ghoul all’inizio). Gli permette anche di curare la sua atmosfera che oscilla tra lo strano con villa Dercetto e talvolta il piacevole, soprattutto quando la musica fa risaltare i sassofoni. Tuttavia, sebbene tutto ciò sia comunque importante, non è ciò che lo rende veramente salato. Ciò che mi fa apprezzare di più Alone in the Dark è il suo progettazione narrativa. Il gioco è diviso in due parti distinte, la villa e quelle che chiamerò le zone soprannaturali. L’edificio ha questo design con porta-chiave che potremmo trovare nella stazione di polizia di Resident Evil 2 Remake, ma a differenza di quest’ultimo, enfatizza la riflessione sul percorso da seguire e non si accontenta più di chiedersi quali chiavi entrano in quali porte. Ciò rende emozionante la navigazione nella villa e lascia spazio a pensare e interrogarsi sui misteri e sulle relazioni tra i personaggi. Senza soffermarmi troppo su questo e per non trasformare questo articolo in un test, questo modo di narrare, ritmo e strutturazione ha reso il gioco entusiasmante per me oltre a regalarmi alcune sorprese.
Fact’Or della gentilezza in questo mondo brutale
Memorie di sola lettura: NEURODIVER
La seconda partita è a metà strada punta e clicca et romanzo visivo. Il seguito di 2064: Memoria di sola lettura. Sì, sì, la ragazza che ha infiammato i commenti con le sue storie gaydar e di transizione è di nuovo all’opera (ti amo moltissimo comunque). Mi è piaciuto molto l’episodio precedente che ho fatto su Vita qualche tempo fa. È un gioco pieno di calore e compassione, relativamente queer (non sorprende che provenga da Midboss). Se ti sono piaciuti i personaggi colorati, uno più accattivante dell’altro in VA-11 Hall-A, siamo chiaramente nella stessa nicchia, ma questa volta con un protagonista disastro lesbico il cui compito è scavare nei ricordi dei personaggi per trovare e riparare anomalie. Nelle sue missioni, è accompagnata da un cyborg con una voce che avrei difficoltà a descrivere se non nella versione ASMR di “step on me mommy”, che spesso svolge il ruolo di supporto emotivo. Questo compagno associato ad una galleria di adorabili personaggi partecipa ad una dolce esperienza che calma il cuore. Il tipo che ti lascia con un piccolo sorriso beato attaccato alle tue labbra.
GOTO
Ragno tuttofare
Il terzo e ultimo gioco è Harold Halibut. Al di là della sua direzione artistica tra argilla e le sue animazioni che profumano di buono cattura del movimentoHarold ha molto da dirci. Ci parla di curiosità, un po’ del fallimento di certe strutture di potere, di scienza, con un tocco di capitalismo e soprattutto tanta amicizia. Interpretiamo Harold Halibut, un personaggio un po’ goffo, né molto forte, né importante, né intelligente, ma pieno di buona volontà che viene passato di personaggio in personaggio regolarmente mostrato come importante o genio nei suoi campi. Questo status di tuttofare un po’ semplice ha il pregio di conferire un tono satirico all’esplorazione di questa nave bloccata sott’acqua e all’incontro con il suo cast. Detto questo, per me l’opera assume tutta la sua portata nel momento in cui arriva l’elemento dirompente. Senza dirvi troppo per sorprendervi, il gioco parlerà di amicizia e di scoperta dell’altro, e il mezzo videoludico conferisce a questa dimensione un’apprensione molto particolare. Il gioco è tutt’altro che perfetto (trovo l’interazione un po’ limitata per poterlo definire un gran gioco) ma ero lì per la performance artistica e ho ottenuto molto di più.
Speriamo che questo torrente di elogi sia almeno contagioso durante le festività natalizie, dando a questi tre giochi un’altra possibilità o facendo rivivere bei ricordi su di loro. Per concludere vorrei guardare al futuro e chiedere a Babbo Natale le date di uscita di Hell is Us, Pragmata, Routine, Sword of the Sea, Judas, l’uscita PlayStation di A Highland Song, la resurrezione di In the Valley of Gods e tante sorprese.
Canada