dramma ordinario nella Cisgiordania occupata

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Traffico automobilistico segregato, vicino ad Anata, nella Cisgiordania occupata, nel 2019 ILIA YEFIMOVICH/PICTURE ALLIANCE VIA GETTY IMAGE

“Una giornata nella vita di Abed Salama. Anatomia di una tragedia a Gerusalemme” (Un giorno nella vita di Abed Salama), di Nathan Thrall, traduzione dall’inglese (Stati Uniti) di Frédéric Joly, Gallimard, “NRF essays”, 336 p., €25 , digitale €18 .

Una mattina di febbraio 2012, Milad, un bambino palestinese di 5 anni, salì su un autobus per una gita scolastica. Ci sono dei campi da gioco non lontano dalla sua scuola ad Anata, in Cisgiordania, ma si trovano dall’altra parte del muro in un insediamento israeliano a Gerusalemme Est, e i bambini di Anata non possono accedervi.

Per raggiungere il centro ricreativo in cui sono autorizzati, l’autobus deve fare una lunga deviazione attraverso la strada Jaba. Poche ore dopo, il padre di Milad, Abed Salama, ha ricevuto una telefonata: c’era stato un grave incidente che aveva coinvolto uno scuolabus. Quindi inizia la ricerca insopportabile che funge da cornice narrativa per Una giornata nella vita di Abed Salamauna storia densa e complessa di Nathan Thrall.

Partendo da questa notizia banalmente tragica in cui moriranno un adulto e sei bambini, tra cui, come si teme in tutto il libro, il piccolo Milad, il giornalista americano ripercorre la catena delle casualità, e traccia il quadro generale di una società palestinese disfunzionale resa incapace di proteggere i propri figli. Fa risuonare l’ingiustizia del destino con un’altra, questa fatta dagli uomini. Abed Salama possiede quindi una carta d’identità che gli consente solo movimenti limitati e non può accedere ad alcuni ospedali dove potrebbe trovarsi suo figlio.

La “strada della morte”

Per quanto riguarda la strada Jaba, è stata costruita per permettere ai coloni di andare a Gerusalemme senza dover passare per Ramallah, in modo da creare il“illusione di una continua presenza ebraica dalla città alle colonie”. Dopo che Israele ha creato nuove autostrade per i coloni, ora sono utilizzate solo dai palestinesi e sono scarsamente mantenute. Lo chiamiamo il “strada della morte” : gli ingorghi causati dai posti di blocco obbligano i conducenti a sorpassare mentre accelerano nella corsia opposta. Il giorno dell’incidente furono ancora questi ingorghi a rallentare i soccorritori palestinesi.

“Se, invece di un incidente, due ragazzini palestinesi avessero iniziato improvvisamente a lanciare pietre sulla strada, i soldati sarebbero accorsi sul posto in pochi secondi”, osserva Thrall. In questa zona della Cisgiordania sotto il controllo israeliano, gli aiuti israeliani sono arrivati ​​solo dopo che i bambini erano stati portati via dalle persone lì presenti.

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