Macron ad Haiti: bisogna essere davvero “completamente stupidi”, sì

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“Lì, francamente, sono stati gli haitiani a uccidere Haiti. Uscendo dal narcotraffico… e lì cosa hanno fatto… Il presidente del Consiglio è stato bravissimo, l'ho difeso, l'hanno licenziato. È terribile, è terribile. Non posso sostituirlo. Sono completamente stupidi. Non avrebbero mai dovuto rilasciarlo, il Primo Ministro è stato grandioso. »

Non appena Emmanuel Macron si toglie la giacca e si arrotola la camicia, avviene il disastro. Perché devi esserlo davvero “completamente stupido”quando sarai francese, presidente francese, per pronunciare queste parole su Haiti. Dobbiamo davvero vivere inconsapevolmente della nostra storia, e della storia formidabile, eccezionale di “Saint-Domingue”.

Avevo dieci anni, nel 1986, quando “Baby Doc” fu cacciato da Haiti, rifugiandosi in Francia, sulla Costa Azzurra (a memoria). Ricordo che mi scandalizzò, bambino (e ingenuo) quale ero, che il nostro Paese dei diritti umani concesse un asilo d'oro a questo dittatore. Che aveva seminato il terrore nella sua isola lontana, con i suoi “Tontons Macoutes”, i suoi squadroni della morte. Lui che aveva saccheggiato centinaia di milioni di dollari per la sua fortuna personale. Un debito che i creditori, i ricchi del nord, avrebbero fatto pagare fino all'ultimo centesimo agli haitiani, i poveri del sud.

Da recluta precoce quale ero, sensibile alle disgrazie del mondo, ho cercato informazioni dal CDI.
Te lo farò breve:

La Rivoluzione francese del 1794 abolì la schiavitù nelle colonie. Ma Bonaparte decide della sua guarigione. Gli abitanti, e in testa il governatore a vita Toussaint Louverture, rifiutano, si ribellano. La Francia invia trentamila soldati, una spedizione cofinanziata dagli americani, che temono che la ribellione si estenda alle loro piantagioni. Ma contro ciò vince l’insurrezione! Contro tutti! È l'unica isola, l'unica colonia, dove hanno resistito gli ex schiavi. Questa è la prima delle decolonizzazioni.

Ma la Francia non rinuncia a tutto. Vent'anni dopo, nel 1825, re Carlo “piena e completa indipendenza” all'ex colonia. A condizione che paghino 150 milioni di franchi oro, ovvero 18 miliardi di dollari attuali (ho letto su Wikipedia). avendone semplicemente accettato la sconfitta, riconoscendo il diritto all'autodeterminazione di un popolo.

Tralascio gli episodi dell'occupazione americana, della guerriglia contadina, di padre Aristide Préval e compagnia bella, per non parlare dei terremoti, degli uragani, dei cataclismi. Con, è vero, una corruzione endemica, un disordine politico, un caos generalizzato.

Ma come non vedere che, per questi critici, la Francia è quella meno posizionata? Che la storia impone l'umiltà? E che tra Macron sia proprio l’ex colono?

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