Par
Fabien Massin
Pubblicato il
25 novembre 2024 alle 7:42
Vedi le mie notizie
Segui 76actu
E vero inferno che li ha colpiti psicologicamente e anche fisicamente. Questo è ciò che dicono gli abitanti della Petit-Quevillyvicino a Rouen (Seine-Maritime), negli ultimi anni, con un culmine nell’ottobre 2024. In questione: un vicino che ha reso loro la vita difficile, tra rumori, molestie e minacce di morte pronunciato.
Questo caso è stato giudicato dal tribunale di Rouen (Seine-Maritime) giovedì 21 novembre 2024 in un’udienza penale. L’imputato lo è un uomo di 41 anni con precedenti penali già carichi di violenze, minacce, furti e perfino uso di stupefacenti. 12 menzioni in totale tra il 2001 e il 2024 e resta in detenzione.
Dai piccoli problemi di quartiere alle minacce di morte
Dalla parte delle parti civili, quattro vicini all’udienza erano presenti due dei quali, un uomo e una donna. I fatti sono iniziati nel 2019. Tutto è iniziato con la musica suonata a volume troppo alto, il nuovo vicino – che inizialmente non viveva qui ma veniva regolarmente a casa della sua compagna – ne è stato informato ma era riluttante ad abbassare il volume. Questo si ripete più e più volte, i nervi dei vicini vengono messi alla prova e informano il comune.
Ci sono anche queste storie di parcheggio fastidioso da parte dell’imputato, cosa di cui lamentano le parti civili. Cose apparentemente piccole ma che rovinano la loro quotidianità. Ma cosa ancora più grave, le tensioni scompariranno crescendo finché l’imputato non comincia a parlare minacce di morteper strada, sentito chiaramente nel quartiere. I vicini hanno paura.
Queste minacce furono registrate più volte e gli estratti trascritti furono letti durante l’udienza. I termini sono inequivocabili: “il sangue scorrerà”“Ne faccio sanguinare uno, ne ammazzo uno”, “dov’è il mio cacciavite, ne infilo uno”, diceva urlando, soprattutto l’11 ottobre, un giorno di troppo per le vittime che poi decidono di sporgere denuncia.
Uno di loro testimonia al banco dei testimoni: “Da quel giorno non abito più qui, qui ho troppa paura. » Racconta anche di essere stata messa alla prova psicologicamente e fisicamente da questa situazione, che l’ha resa molto fragile.
“Non sono vere e proprie minacce”
Sentito dal tribunale, l’imputato si mostra loquace e nega come può le minacce: “Avrei detto stronzate che non ricordo più. Chi ho minacciato? vorrei sapere? Perché si sentono presi di mira? »; o ancora: “Non si tratta proprio di minacce, parliamo cosìcon noi, sono figlio dei quartieri. Parlo ad alta voce, è il mio temperamento. »
Non secondo il pubblico ministero, in ogni caso. Per l’avvocato generale l’imputato tenta in realtà di contestare “fino all’assurdo” i fatti, qualificati secondo lui, come molestie e minacce di morte. “Questi fatti, poco a poco, deteriora la salute mentale e gli aspetti fisici delle vittime”, ha sottolineato.
Dal lato della difesa, l’avvocato dell’imputato ha cercato di dimostrare che questi atti di molestia non erano caratterizzati, che il suo cliente non aveva minacciato nominativamente ciascuna delle vittime.
Alla fine il tribunale ha condannato l’imputato a 8 mesi di carcere con mandato di condanna – vale a dire che al termine dell’udienza è stato incarcerato –, con il divieto di entrare in contatto con i suoi vicini e il divieto di comparire a Petit-Quevilly per due anni.
Dopo aver letto le deliberazioni, l’imputato ha espresso shock, esclamando “È un malinteso signora giudice, mi dia una possibilità”mentre nella stanza, il suo compagno è uscito piangendo e urlando, anche altri parenti hanno espresso ad alta voce il loro stupore, accompagnati dagli agenti di polizia presenti.
Segui tutte le notizie dalle tue città e media preferiti iscrivendoti a Mon Actu.