Domenica la Israel Hotel Association ha pubblicato il suo rapporto sull’occupazione per l’ottobre 2024, dipingendo un quadro preoccupante del settore. Nonostante il periodo tradizionalmente vivace delle festività ebraiche, i pernottamenti negli hotel israeliani sono diminuiti del 29% rispetto a ottobre 2023, mentre il turismo internazionale è crollato a causa dell’escalation del conflitto nel nord. “Circa 90 hotel hanno chiuso i battenti dall’inizio della guerra, ovvero il 20% del settore, e la situazione continua a peggiorare”, ha affermato Sivan Detauker, amministratore delegato della Israel Hotel Association.
Il turismo internazionale è praticamente scomparso, con solo 120.000 pernottamenti registrati nell’ottobre 2024, un calo del 63% rispetto a ottobre 2023 e un calo dell’86% rispetto a ottobre 2022. Nel corso dell’anno, le cifre sono altrettanto allarmanti: appena 1,6 milioni nel 2024 sono state registrate presenze turistiche, rispetto ai 7,5 milioni dell’anno precedente.
I pernottamenti israeliani nel mese di ottobre sono stati pari a 1,58 milioni, con un calo del 29% su base annua, nonostante il calendario festivo favorevole. Le grandi città sono state particolarmente colpite, con cali drammatici a Haifa (-51%), Tiberiade (-45%) e Nazareth (-80%).
Il tasso medio di occupazione delle camere ha raggiunto il 51% a ottobre, rispetto al 63% dello scorso anno, segnando il livello mensile più basso per il 2024. Solo poche destinazioni reggono meglio, tra cui Eilat (72%), Netanya (63%) e The Dead Mare (62%).
Secondo l’Ufficio Centrale di Statistica, i soggiorni israeliani da gennaio a ottobre 2024 hanno raggiunto 17,8 milioni, rispetto ai 13,9 milioni dello stesso periodo del 2023. Questo aumento, tuttavia, si spiega con l’inclusione degli sfollati dal nord e dal sud nel 2024 dati.