Da dove viene il capitalismo e dove sta andando? con Nicolas Postel / LGBTQIA+: il prezzo della discriminazione sul lavoro

Da dove viene il capitalismo e dove sta andando? con Nicolas Postel / LGBTQIA+: il prezzo della discriminazione sul lavoro
Da dove viene il capitalismo e dove sta andando? con Nicolas Postel / LGBTQIA+: il prezzo della discriminazione sul lavoro
-

Saggio – Da dove viene il capitalismo e dove sta andando? con Nicolas Postel

Da dove viene il capitalismo e dove sta andando? Nel loro ultimo lavoro, Nicolas Postel e Dany-Robert Dufour richiamano le figure di Bernard Mandeville e Karl Polanyi per uno sguardo critico nei confronti di un’organizzazione sociale basata sul mercato autoregolamentato. Per gli autori è la perversione che si annida nel cuore del capitalismo. Una perversione morale da un lato, in quanto questo sistema promuove la libera espressione dei vizi come prerequisito per la produzione di ricchezza e virtù pubblica. Ma la perversione colpisce anche il denaro, il lavoro, la terra, segnalando il fallimento dell’utopia capitalista e l’avvento di un collasso ecologico e democratico. Agli occhi di Nicolas Postel e Dany-Robert Dufour, è opportuno trovare un’alternativa rilevante nel convivialismo, un movimento teorizzato da Alain Caillé, che chiede di rimettere al centro i beni comuni affermando al contempo un principio di legittima individuazione.

Come definito Nicola Postelil convivialismo, tra gli altri movimenti, ha la caratteristica di evidenziare la necessaria riapertura degli spazi collettivi per creare una società che non sia il mercato. Non possiamo accontentarci di essere in relazione solo attraverso un mercato che danneggia la nostra capacità di formare società“.

Come possiamo far dialogare Bernard Mandeville e Karl Polanyi, a duecento anni di distanza? Possiamo davvero concepire il capitalismo come un’utopia? Quali alternative possiamo opporgli?

Tavola rotonda di attualità – LGBTQIA+: il prezzo della discriminazione sul lavoro

Mentre il Pride si svolgerà a Parigi questo sabato 29 giugno, l’OCSE pubblica un rapporto questo venerdì 28 giugno dal quale emerge che la discriminazione subita dalle persone LGBTQIA+, in particolare nel mondo del lavoro, si traduce in perdite significative in termini di PIL. Dichiararsi LGBTQIA+ non è solo una questione privata ma ha un impatto anche sul lavoro, come spiegato Caterina Tripon : “uno, in termini di attivazione dei diritti, c’è la coniugalità, la genitorialità. Ma anche, se da qualche parte c’è una disfunzione, cioè un comportamento LGBTfobico (rifiuto, molestie e altri…) che può essere da parte di un superiore gerarchico, di colleghi, di un cliente, di un fornitore o di un utente nel settore pubblico“.

Dopo aver analizzato i costi generati dalla discriminazione contro le persone LGBTQIA+, possiamo anche chiederci quale rapporto abbia il capitalismo con le lotte LGBT e mettere in discussione la rilevanza delle politiche pubbliche messe in atto per combattere questa discriminazione.

Come dichiarato Marie-Anne ValfortCiò che vediamo dai dati è che tra le generazioni più anziane, le persone LGBT di successo hanno molte più probabilità di rivelare chi sono rispetto alle persone di meno successo, il che porta a uno svantaggio molto minore tra le generazioni più anziane rispetto a quelle nuove.“.

Riferimenti sonori

Riferimenti musicali

  • “Never Can Say Goodbye” dei The Communards
  • “Ci vediamo l’anno prossimo – Mean Girl” di Wallice

-

PREV La Grecia acquisirà satelliti in grado di rilevare tempestivamente gli incendi boschivi
NEXT Per abbassare i prezzi dell’elettricità, il prossimo governo dovrà cambiare le regole