da tema essenziale a tema “folle”, che fine ha fatto l’ecologia, largamente assente nella campagna?

da tema essenziale a tema “folle”, che fine ha fatto l’ecologia, largamente assente nella campagna?
da tema essenziale a tema “folle”, che fine ha fatto l’ecologia, largamente assente nella campagna?
-

Anche se sempre più francesi fanno della questione ambientale una delle loro principali preoccupazioni, il tema rimane quasi invisibile nella campagna elettorale legislativa. Come spiegare questa situazione paradossale?

“Crisi”, “emergenza”, “minaccia”… A pochi giorni dal primo turno delle elezioni legislative, i leader politici insistono all’unanimità sulla necessità di agire il più rapidamente possibile. Ma questa guerra lampo tra avversari politici ha sospeso il rischio imminente rappresentato da un nemico comune: il riscaldamento globale. Appena udibili nella campagna per le elezioni europee, le questioni ambientali erano ancora assenti dalle elezioni legislative di mercoledì 26 giugno.

Così tanto che”en questo periodo ardente”l’associazione Climat Médias, che studia il tempo dedicato ai grandi temi ambientali nei media francesi, ha constatato il maggior numero di segnalazioni su questo tema nei principali notiziari televisivi crollo “dal 4,45% a quasi 0” dall’inizio di giugno, ha avvertito lunedì.

Interrogata sabato su France Inter su questa grave assenza dai dibattiti, la segretaria nazionale degli Ecologisti-EELV, Marine Tondelier, si è rammaricata“Ne parliamo poco in questa campagna legislativa, dove oltretutto non abbiamo tempo per parlarne molto, visto che si svolge molto velocemente”.

Una campagna così breve, organizzata sulla scia dello scioglimento a sorpresa dell’Assemblea nazionale “tende a copertura mediatica diretta su questioni di politica politica”, concorda Anne Bringault, del Climate Action Network. “Ci sarà un’alleanza a sinistra? I repubblicani imploderanno?” elenca, prendendo nota di ciò “l’attenzione è rivolta alle questioni umane” – come sapere chi sarà (o non sarà) Primo Ministro – “piuttosto che sulla sostanza dei programmi”.

Questi programmi, più o meno dettagliati a seconda dei partiti, fanno menzione dell’ecologia. Nel Nuovo Fronte Popolare, dove ci concentriamo su un maggiore sviluppo delle energie rinnovabili, parte del finanziamento si basa sull’istituzione di un’imposta sul patrimonio (ISF) “con una componente climatica”. Il campo presidenziale si inserisce nella continuità della sua azione: obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni francesi entro il 2027, raddoppio del numero di veicoli elettrici in leasing sociale o addirittura rinnovamento termico di 300.000 unità abitative tra tre anni. Al contrario, la RN promette di ridurre l’Iva al 5,5% sulle energie, compresi i combustibili fossili (cosa non così semplice per i combustibili) e di “abrogare tutti i divieti e gli obblighi legati alla diagnostica della prestazione energetica” alloggiamento.

E questa visione del partito di Jordan Bardella spiega forse l’assenza della crisi climatica nei temi di questa campagna. “IL la questione ecologica era già poco affrontata” durante quelle regionali, ricorda la capolista Marie Toussaint. “Ma quando ciò avvenne, fu attraverso un discorso dettato dall’estrema destra per fomentare la rabbia anti-élite”, riassume. “Come se fosse, in fondo, un’idea presumibilmente delle élite per infastidire la gente” con norme, tasse e altri divieti. “Una trappola tesa dall’estrema destra in cui sono caduti la maggioranza presidenziale e il governo”, crede l’eurodeputato, deplorando così tante personalità portare all’ecologia il responsabilità di politiche strutturalmente ingiuste.

Sottolineando dal canto suo la banalizzazione delle espressioni “ecologia punitiva” designare le misure ambientali, o anche il termine“ecoterroristi” per alcuni attivisti, Anne Bringault lo giudica “Il governo ha fatto dell’ecologia un capro espiatorio, in particolare sfruttando la rabbia degli agricoltori negli ultimi mesi”.

Abbastanza per incoraggiare il desiderio di mettere queste questioni sul tavolo. Pprofessore di scienze politiche presso AgroParisTech e specialista in politiche ambientali, Bruno Villalba riconosce l’efficacia di una strategia volta a fare dell’ecologia ciò che lui chiama “uno spaventapasseri immaginario” : un argomento ripugnante, carico di rappresentazioni negative. “U“un’idea che ha solo bisogno di essere mobilitata e che avrà implicitamente un senso, anche se non corrisponde alla realtà”, lui spiega. “E non è una novità!” rileva, ricordando che già nel 2003, la chiusura dello stabilimento Metaleurop, nel Pas-de-Calais, era stata imputata “ambientalisti”.

Tuttavia, la necessità di lottare contro le emissioni di gas serra non è mai stata così consensuale, assicura. Pertanto, anessun partito rischierebbe di negare la realtà della minaccia climatica. Ogni anno, dal 2019, i francesi mettono addirittura l’ambiente tra le loro tre preoccupazioni principali, riferiscono i sondaggi Ademe. Ma le risposte ai problemi alimentano le divisioni. “Quando si tratta di passare da una dichiarazione di emergenza a una riorganizzazione delle priorità politiche, siamo lontani dal traguardo”, continua Bruno Villalba.

Il politologo ritiene quindi che l’ambiente non sia minacciato tanto dall’ignoranza o dalla negazione quanto dall’ignoranza “normalizzazione”.

“L’ecologia forse un tempo era un tema che permetteva di distinguersi. Ma ora fa parte di una figura imposta. Poiché è banalizzata, i discorsi che risaltano riguardano qualcos’altro.”

Bruno Villalba, politologo

su -

“Si vede chiaramente che le questioni identitarie sono al centro del dibattito” di queste ultime campagne, nota Marie Toussaint. Al Climate Action Network, Anne Bringault concorda: “La RN è riuscita ad attirare, nel suo discorso, altri partiti, in particolare i repubblicani e la maggioranza presidenziale, sui propri temi di immigrazione e sicurezza”. Relegando così l’ambiente “al secondo piano”, come temeva il politologo François Gemenne su -. Se i francesi restano preoccupati per la crisi ambientale, tema preferito del partito che guida la corsa nei sondaggi “stanno abbassando artificialmente la questione dell’ecologia nei media”, sottolinea Anne Bringault.

Per l’economista Christian de Perthuis, “affermando che ogni atto vincolante è un atto punitivo e deve pertanto essere immediatamente respinto, la RN ha fatto della negazione dell’azione per il clima un argomento elettorale molto efficace”. Questo discorso, lontano “trasformazioni fondamentali” cosa è coinvolto nella creazione di a “società giusta e senza emissioni di carbonio”, ha il merito di esistere “Il più facile”, osserva il fondatore della cattedra di economia climatica dell’Università Paris-Dauphine. D’altro canto, rileva l’economista a “Dtrasmissione generale”.

“Gli altri due blocchi politici hanno paura di affrontare la questione climatica di fronte alla RN, in parte sicuramente perché non si è lavorato abbastanza su di essa”.

Christian de Perthuis, economista

su -

“Da un lato c’è una grave sottostima delle minacce ecologiche. E d’altro canto proporre un contromodello è estremamente complicato”. – aggiunge Bruno Villalba, sottolineando l’ “ambiguità” nascono dalle differenze tra le diverse forze del Nuovo Fronte Popolare, come sulla questione del nucleare o su quella della crescita.

Al contrario, Marie Toussaint insiste sui punti di convergenza. “L’osservazione dell’emergenza”, in particolare. Lei lo assicura “Il nostro ruolo, come ecologisti, è quello di spingere per soluzioni strutturate” alla crisi climatica all’interno dell’alleanza della sinistra. “Ma‘è tempo di combattere’, aggiunge. Tuttavia è la destra che ha scelto il terreno dello scontro.

-

PREV Lufthansa aumenta i prezzi dei biglietti in Europa: supplemento ambientale
NEXT “Dimmi che tuo figlio è un bugiardo!” : un uomo di 50 anni processato per lo stupro dei suoi figli, della sorella e della cognata