Opinione | Legislativo: il programma economico del PFN manca davvero di serietà?

Opinione | Legislativo: il programma economico del PFN manca davvero di serietà?
Opinione | Legislativo: il programma economico del PFN manca davvero di serietà?
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Par Lucas Cancello (Ricercatore Crescita e Prosperità presso l’IDDRI)Anne-Laure Delatte (Economista, ricercatore presso il CNRS)Elisa Huilery (professore di economia all’Università Paris-Dauphine)

Il programma NFP è confiscatorio? Ricordiamo innanzitutto la posta in gioco: la Francia deve effettuare investimenti su larga scala per affrontare le sfide del nostro tempo e garantire la propria prosperità. In questo contesto, dove posso trovare le ricette? La metà delle nuove tasse proposte dal PFN verrebbero imposte ai più ricchi attraverso un nuovo ISF e una riforma delle tasse di successione, e l’altra metà alle grandi aziende.

Queste due categorie di attori hanno un’aliquota fiscale effettiva notoriamente più bassa rispetto al resto della popolazione, un’ingiustizia fiscale che alimenta il risentimento di alcuni cittadini verso la globalizzazione. Dovremmo temere che un ISF modernizzato assorba troppa ricchezza tassando i beni superiori a 5 milioni di euro, che riguardano solo l’1% della popolazione?

In particolare, il progetto di includere parte degli attivi professionali nella base imponibile desta preoccupazioni perché fa temere l’erosione del capitale aziendale.

Il patrimonio dei contribuenti interessati

Per definire condizioni giuste ed efficaci, la prima questione è sapere quanti contribuenti hanno un patrimonio superiore a 5 milioni detenuto esclusivamente sotto forma di proprietà professionale senza alcuna liquidità a fianco.

Secondo l’INSEE, in media, i contribuenti che possiedono più di 5 milioni di euro detengono il 30% sotto forma di beni professionali, il 30% sotto forma di attività finanziarie e il 30% sotto forma di beni immobiliari.

In altre parole, i loro asset sono molto diversificati, quindi è improbabile che debbano vendere azioni della loro società per pagare l’ISF. Nei rarissimi casi di contribuenti senza liquidità, esistono soluzioni, come consentire ai proprietari di beni professionali di pagare le tasse in azioni della società anziché in contanti, creando di fatto un valore di mercato per questi beni.

La seconda questione è sapere quale sarebbe il rendimento del patrimonio consolidato al netto delle imposte. Con aliquote progressive comprese tra l’1 e il 3% degli attivi, tale imposta rimane inferiore al rendimento annuo degli attivi superiori a 5 milioni di euro, che continuerebbero quindi ad aumentare, ad un ritmo leggermente più lento di prima. Ovviamente certi rendimenti non si realizzano perché il capitale è immobilizzato ma sono legittimamente compresi nel calcolo dell’incremento del patrimonio.

La PFN manca di realismo di bilancio?

Da notare che è l’unico a voler aumentare le nuove tasse. Secondo i nostri calcoli, nello scenario centrale, i ricavi ammonterebbero a ulteriori 90 miliardi di euro all’anno (60 miliardi nella fascia bassa, 120 miliardi nella fascia alta). Non vogliamo alimentare qui la disputa sulle cifre, ma è chiaro che questo è l’unico progetto in grado di ridurre l’attuale deficit di bilancio e di sostenere spese aggiuntive per investimenti futuri.

Il deficit di bilancio oggi è pari al 5,5% del Pil perché il governo ha scommesso che la riduzione delle tasse avrebbe aumentato il tasso di occupazione, ripristinando la crescita e finanziando la spesa pubblica. Scommessa persa. Il realismo di bilancio non è quindi dalla parte dell’attuale governo.

Quali conseguenze per il modello economico francese?

Se gli altri programmi non propongono di aumentare le tasse, significa che intendono ristabilire l’equilibrio tagliando la spesa pubblica. Ciò influisce non solo sulla nostra vita quotidiana ma anche sulla produttività francese. Tra vent’anni, se non reinvestiremo nell’istruzione e nella sanità, le nostre qualifiche e le nostre capacità produttive saranno notevolmente degradate.

Altri paesi hanno intrapreso una svolta socialdemocratica aumentando significativamente le entrate e le spese pubbliche per investire nelle transizioni ecologica e digitale che stanno cambiando le città, le campagne e i modelli di consumo. Questo è stato il caso degli Stati Uniti e della Spagna. Altri hanno scelto una tendenza autoritaria, come l’Italia o l’Argentina. La scelta che dobbiamo fare oggi influisce sul nostro futuro.

La nostra difesa di questo progetto di fronte all’incoerenza e al pericolo delle alternative non equivale ad un assegno in bianco. I dibattiti parlamentari saranno essenziali per chiarire il progetto della coalizione di sinistra. Intendiamo contribuire a questo quando sarà il momento, illuminando la discussione con una rigorosa analisi economica. In linea di principio, dare maggiori contributi ai grandi vincitori della globalizzazione per finanziare la spesa futura è un orientamento socialdemocratico.

Di fronte al crollo del campo presidenziale, questa voce ci sembra oggi l’unica alternativa coerente al programma xenofobo dell’estrema destra.

Lucas Cancello è professore di economia a Sciences Po.

Anne-Laure Delatte è ricercatore economico al CNRS.

Elisa Huilery è professore di economia all’Università Paris-Dauphine.

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