“È la prima volta che la RN sembra così vicina alla vittoria”

“È la prima volta che la RN sembra così vicina alla vittoria”
“È la prima volta che la RN sembra così vicina alla vittoria”
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Il JDD. La sinistra, unita dietro il Nuovo Fronte Popolare, ha registrato il 28,5% delle intenzioni di voto al primo turno delle elezioni legislative, dietro al Raggruppamento Nazionale (36%) secondo l’Ifop. Per entrambi la vittoria non è mai stata così vicina?

Bruno Cautres. I punteggi delle intenzioni di voto previsti dai sondaggi, sia per il Nuovo Fronte Popolare che per il Raggruppamento Nazionale, sono infatti alti, soprattutto nel caso della RN. Per la nuova coalizione della sinistra, siamo vicini (anche un po’ al di sotto) sul numero totale delle liste di sinistra alle elezioni europee.

Le proiezioni dei seggi devono essere viste come tendenze, è infatti difficile trasformare i voti in seggi quando non si è svolto il primo turno e non si conoscono i qualificati al secondo turno, i ritiri e quali effetti avranno i risultati del ballottaggio. il primo turno ricadrà sugli elettori.

Tuttavia, nel caso della RN, questa è la prima volta che sembra così vicina a vincere una delle due elezioni più importanti della nostra vita politica. Questa situazione è un fatto politico importante. Per la sinistra, dopo le buone elezioni legislative del 2022, è la prima volta, dal 2017, che sembra riprendere il ruolo di sfidante in grado di essere il secondo polo dell’Assemblea nazionale, o anche di più.

Questa situazione è un fatto politico importante

A volte siamo d’accordo sul fatto che la colpa dell’elettore è il suo conformismo che lo spinge a votare in modo ragionevole, piuttosto che ad impegnarsi per un cambiamento reale. Non è proprio questa la fine del romanticismo del droghiere che pensa al suo negozio solo in tempo di elezioni?

Il resto dopo questo annuncio

Sai, non si può essere troppo definitivi su queste domande.

Il voto comporta sempre una pluralità di motivazioni e considerazioni per l’elettore: è sempre molto importante il peso delle variabili sociologiche (si veda ad esempio il voto RN tra lavoratori o piccoli indipendenti), quello delle appartenenze ideologiche e valoriali maggiori.

E poi ci sono quelli che gli specialisti del voto chiamano effetti del contesto e dell’offerta elettorale: i candidati, le loro proposte. Ma con queste elezioni legislative, vediamo, come nelle elezioni europee, una dimensione di “voto sanzionatorio” contro Emmanuel Macron, la cui popolarità e immagine pubblica sono gravemente deteriorate dal 9 giugno. Ci sarà senza dubbio un “voto di rigetto” il 30 giugno e il 7 luglio.

Per chi votano le classi lavoratrici? La questione è sia quantitativa che simbolica, poiché ogni partito cerca di catturare questo voto pretendendo di rappresentarlo.

Nel collegio elettorale del Cevipof, un sondaggio longitudinale dove seguiamo gli elettori da diversi anni, vediamo molto chiaramente che i lavoratori e gli impiegati (una categoria sociale in cui sono presenti molte donne che hanno situazioni professionali precarie) puntano soprattutto e largamente per la RN, in particolare quelli di età compresa tra 40 e 60 anni. Tra un quarto e un terzo di queste categorie intendono votare per la sinistra unita alle elezioni legislative. Il partito presidenziale e i suoi alleati non ottengono quasi nessun voto dalle categorie popolari. Vediamo che la macronie non riesce a catturare le aspettative in termini di costo della vita e/o giustizia sociale.

Macronie non riesce a catturare le aspettative

Il Ministero dell’Interno sta riscontrando una forte richiesta di deleghe. Questa esplosione di mobilitazione potrebbe consentire al campo presidenziale di evitare un fiasco?

Noto anzitutto che il numero delle deleghe è oggi semplicemente un po’ maggiore rispetto a quello del primo turno delle elezioni legislative del 2022. Sulla dinamica delle richieste ha ovviamente giocato il brevissimo tempo della campagna elettorale deleghe dal 9 giugno, nonché la coincidenza con l’inizio delle vacanze estive. Il sociologo della procura è in genere più quello dei partecipantisti, di un elettorato più anziano e affermato nella vita.

Ma non mancano anche i giovani tra i 18 e i 29 anni. I termini della procura si sono evoluti e si può fare tutto online, a patto di avere l’ultima versione della carta d’identità e non è escluso che questo porti sempre più giovani a fare una procura. Non sappiamo nulla della scelta elettorale dei “proxy”, che hanno le deleghe e che dovrebbero votare per il candidato che i loro “principali” hanno chiesto loro di scegliere per loro.

Quindi è molto difficile sapere chi questo favorisce.

Particolarmente esaminata, la partecipazione dei giovani è leggermente inferiore alla media nazionale. Il 56% dei 18-24enni intende votare, il 55% dei 25-34enni secondo Ifop. Dovremmo vedere una mancanza di interesse per la cosa pubblica tra le giovani generazioni?

No, per niente! I “giovani” (categoria che va segmentata, perché di giovani ce ne sono parecchi) sono interessati al bene pubblico e alla politica. È molto più importante il fatto che non vedono il voto come necessariamente il mezzo più efficace di azione politica. C’è sempre nei “giovani” il desiderio di comprendere il mondo politico in cui vivono, di discutere proposte politiche. Ma la “gioventù” è anche un momento di scoperta di altre forme di azione politica come le manifestazioni. Secondo diversi ricercatori, le nuove generazioni sono più sensibili all’impegno a breve termine, alle cause piuttosto che agli impegni di parte.

C’è sempre nella “giovinezza” la voglia di capire

È difficile comprendere le intenzioni di voto degli elettori durante queste elezioni legislative anticipate, poiché la campagna è affrettata e le scelte rimangono incerte. Possiamo ragionevolmente dare credito ai sondaggi?

SÌ ! I sondaggi ben fatti, quelli realizzati dai professionisti dei sondaggi d’opinione, sono affidabili, come hanno dimostrato alle elezioni europee. L’esercizio più delicato è la proiezione sui sedili.


* Bruno Cautres è ricercatore del CNRS presso il Cevipof, il Centro di ricerca politica di Sciences Po, e insegnante presso Sciences Po.

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