Benny Gantz sfida il rivale Benjamin Netanyahu
Sbattendo la porta del gabinetto di guerra israeliano, otto mesi dopo l’inizio del conflitto a Gaza, Benny Gantz sfida il primo ministro Benjamin Netanyahu che sogna di sostituire.
L’ex capo dell’esercito israeliano, 65 anni, non aveva esperienza politica quando si gettò nella mischia nel 2019 per formare un partito di centrodestra. All’epoca, il suo obiettivo dichiarato era quello di rimuovere dal potere Benyamin Netanyahu, allora capo del governo.
Il 7 ottobre, l’attacco senza precedenti di Hamas in Israele, che ha provocato 1.194 morti, in maggioranza civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali, ha rimescolato le carte. Benny Gantz si è poi unito al gabinetto di guerra presieduto da Benjamin Netanyahu ed è diventato ministro senza portafoglio nel governo del suo rivale. “Israele soprattutto”, giustifica sui social quello che poi è uno dei principali leader dell’opposizione.
Ma la guerra, che ha provocato più di 37.000 morti – soprattutto civili – nella Striscia di Gaza, secondo il Ministero della Sanità del governo dei territori palestinesi guidato da Hamas, sta impantanandosi. E dei 251 ostaggi portati a Gaza da Hamas il 7 ottobre, 116 sono ancora detenuti lì, di cui 41 considerati morti dall’esercito.
All’inizio di marzo, l’ex ministro della Difesa ha effettuato una visita ufficiale a Washington, scatenando l’ira del Likud, il partito di destra di Benjamin Netanyahu.
Le grandi manovre politiche sono continuate in primavera: all’inizio di aprile ha indetto elezioni legislative anticipate per settembre. A metà maggio ha lanciato un ultimatum a Benjamin Netanyahu: l’adozione entro l’8 giugno da parte del gabinetto di guerra di un “piano d’azione” sulla questione del dopoguerra nella Striscia di Gaza o le sue dimissioni.
