Di fronte al rischio di una “tempesta perfetta”, l’Arizona di De Wever deve superare rapidamente le sue divergenze

Di fronte al rischio di una “tempesta perfetta”, l’Arizona di De Wever deve superare rapidamente le sue divergenze
Di fronte al rischio di una “tempesta perfetta”, l’Arizona di De Wever deve superare rapidamente le sue divergenze
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Il capo economista di BNP Paribas Fortis mette in guardia sulla situazione in Belgio. Bart De Wever, preformatore, dovrà fugare in fretta i dubbi sulla strada delle riforme. E superare le resistenze all’interno della sua futura maggioranza.

Questo è il tipo di intervista che suona come un avvertimento. “Il Belgio rischia di trovarsi in uno scenario di tempesta perfetta”, afferma Koen De Leuscapo economista di BNP Paribas Fortis, Gratuito questo giovedì. Sottotitolo: “In assenza di riforme rapide varate dal futuro governo, il rischio di vedere il nostro Paese nel mirino dei mercati finanziari è forte”.

Debolezze strutturali

La sua osservazione va oltre la consueta osservazione della “resilienza” dell’economia belga. Naturalmente, negli ultimi anni il nostro Paese ha registrato una crescita leggermente migliore rispetto ai suoi vicini. Ma ciò lo deve soprattutto all’indicizzazione automatica dei salari che ha sostenuto la domanda e agli investimenti delle imprese. Ciò maschera, dice l’economista, debolezze strutturali.

Koen De Leus cita come prova l’indice Futureproof della sua banca, che analizza la capacità di un Paese di affrontare le sfide del futuro. Il Belgio è solo al 21° posto tra i 27 dell’Unione Europea.

Il deficit di bilancio, attualmente al 4,7% del Pil, è il primo punto di attenzione: “Secondo questo criterio, il Belgio è nel 20% dei paesi peggiori. Se non attuiamo rapidamente le riforme, il deficit di bilancio del Belgio dovrebbe raggiungere il 5,6% del PIL nel 2029. Dovremmo ridurre, durante la prossima legislatura, questo deficit dello 0,5% all’anno per tornare al di sotto della soglia del 3%. Sarà molto difficile ma necessario”. Traduzione: bisogna salvare “quasi ovunque” e “non giocare più a Saint-Nicolas”.

Altro tema di preoccupazione: il lavoro: “Aumentare questo tasso di occupazione dal 72% all’82%, il livello dei paesi meglio classificati, sarà una delle grandi sfide del prossimo governo. Ciò sarà essenziale per ridurre la spesa sociale e ridurre il costo dell’invecchiamento”. Non tutto è perduto, soprattutto perché il nostro Paese resta una terra di innovazione, ma c’è del lavoro da fare.

Gli ostacoli di De Wever

Tutto questo è nel menu dell’Arizona, questa coalizione che l’ormai “preformatore” federale Bart De Wever sta cercando di mettere in piedi unendo il suo partito, l’N-VA, con il CD&V, Vooruit, l’MR e gli Engagés. Questa coalizione mira a fare della questione socioeconomica la questione prioritaria, con il consolidamento del bilancio come vincolo principale. Il risultato del voto ha dimostrato la preoccupazione dei belgi per la salute della nostra economia.

La maturazione del progetto rischia però di essere ritardata proprio dall’entità dei risparmi da realizzare.: circa 5 miliardi l’anno nel corso della legislatura. I socialcristiani e i socialisti fiamminghi hanno espresso all’unanimità le loro preoccupazioni sul bilancio sanitario. Non si tratta di influenzare lo standard di crescita in modo troppo significativo. Una forma di quadratura del cerchio.

L’altra spina nel fianco del preformatore riguarda il suo partito: come ottenere impegni in termini di riforme istituzionali o di responsabilità regionale? “Il rischio è quello di perdere slancio“, commenta il politologo Jérémy Dodeigne, in Rifiuti.

Maxime Prévot, presidente di Les Engagés, ha sottolineato come la formazione di un governo federale prima della festa nazionale del 21 luglio sia una “fantasia” dei giornalisti. Possiamo però scommettere che non dovremo aspettare troppo a lungo.

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