In Ecuador la terra ha sete e le foreste bruciano. Lunedì 18 novembre il Consiglio per le operazioni di emergenza ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per far fronte alla siccità e agli incendi. Il provvedimento è stato adottato per un periodo di sessanta giorni. Secondo il segretariato per la gestione del rischio, “17 incendi sono attivi e altri 5 sono sotto controllo”. I più gravi colpiscono le province di Azuay e Loja, nel sud del Paese.
L’Ecuador sta vivendo la peggiore siccità degli ultimi sessant’anni. Da fonti ufficiali, il Paese ha registrato più di 5.000 incendi boschivi dall’inizio del 2024. Hanno lasciato 6 morti e 45 feriti, hanno distrutto più di 40.000 ettari e ucciso migliaia di animali domestici. A settembre la capitale Quito è stata invasa dal fumo degli incendi che la circondavano. Secondo le autorità, il deficit idrico è responsabile della gravissima crisi energetica in cui versa il Paese. Le interruzioni di corrente che in ottobre hanno raggiunto le quattordici ore al giorno durano ancora fino a dodici ore. Influenzano la vita quotidiana dei cittadini, l'economia del paese e complicano la lotta agli incendi.
La dichiarazione dello stato di emergenza dovrebbe consentire di mobilitare maggiori risorse pubbliche per combattere gli incendi. Il comune di Quito aveva inviato da sabato due brigate di rinforzo specializzate nella lotta agli incendi ad Azuay e Loja. Da martedì sono al lavoro otto elicotteri dotati di serbatoi flessibili. Quattro sono stati messi a disposizione dall'aeronautica militare, un altro dall'esercito. Il Perù, anch'egli vittima degli incendi boschivi, ne ha forniti due, mentre l'ambasciata italiana sta pagando un elicottero privato. Sul campo, vigili del fuoco e volontari lavorano instancabilmente.
Le autorità stimano che, dal 1È Novembre, quasi 10.000 ettari di foreste bruciate nelle due province meridionali. Il parco naturale di Cajas, il più grande del Paese dopo quello delle Isole Galapagos a 1.000 chilometri dalla costa ecuadoriana, è in fiamme da otto giorni. “Più di 7.000 dei 29.000 ettari del Parco Cajas sono già bruciati, deplora Ernesto Arbelaez, presidente dell'organizzazione ecologica Amaru. Orsi, tapiri di montagna e condor sono minacciati da fiamme e fumo. Ci vorranno decenni perché gli ecosistemi si riprendano. » Appena spenti, gli incendi ricominciano. “Sono fuori controllo. La buona volontà locale non è sufficiente. Abbiamo bisogno di aiuto internazionale”afferma il signor Arbelaez in un video trasmesso sulla rete sociale X.
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