Tre russi arrestati al loro arrivo a N'Djamena a metà settembre, tra cui uno noto per i suoi legami con il defunto boss del gruppo paramilitare russo Wagner, Evgueni Prigojine, sono stati rilasciati ces Lo ha annunciato nei giorni scorsi l'ambasciata russa sulla sua pagina Facebook.
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Il loro “imminente” rilascio è stato annunciato ufficialmente alla fine di settembre, ma da allora sono rimasti “senza spiegazioni” bloccati all’aeroporto. Di la capitale dove sono stati arrestati il 19 settembre, quando erano scesi dall'aereo insieme ad un bielorusso, secondo il sito African Initiatives, agenzia di stampa gestita da E ex membro dei servizi di sicurezza russi.
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Rientro con volo commerciale
Nel messaggio postato sabato sulla pagina Facebook dell'ambasciata russa in Ciad si precisa che i tre russi sono “tornati ha Mosca con un volo commerciale. Tra loro c'è Maksim Shugaley, 57 anni, presentato come un “sociologo” ma sottoposto a sanzioni europee per i suoi legami con il gruppo Wagner che ha schierato del mercenari in diversi paesi africani.
Era detenuto insieme ad altri due russi, Samir Seïfan (nato nel 1982), EI Tsarev (nato nel 1997), e con il bielorusso A. Dzenisevich (nato nel 1982), secondo l'ambasciata russa in Ciad, che precisa che anche l'ultimo è stato rilasciato.
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Gli arresti in Ciad sono stati una sorpresa dato che negli ultimi tempi Mosca e N'Djamena si sono avvicinate mese con in particolare un accordo di cooperazione militare, la Russia approfittando della posizione indebolita della Francia, ex potenza coloniale, costretta a ridimensionare la propria presenza nel Sahel e più in generale SU il continente africano. Il Ciad è l’ultimo paese del Sahel ad ospitare basi francesi e, come la Costa d’Avorio e il Gabon, non ne chiede la chiusura.
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Fra Repubblica Centrafricana, Sudan, Libia e Niger, il paese è oggi circondato da paesi che accolgono, a vario titolo, le forze paramilitari russe derivanti dalla riorganizzazione del gruppo Wagner.
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(Con AFP)
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