Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato martedì, nel millesimo giorno della sua offensiva contro l’Ucraina, il decreto che amplia le possibilità di utilizzo delle armi nucleari, subito dopo che gli Stati Uniti hanno autorizzato Kiev a colpire il suolo russo con i suoi missili a lungo raggio. “Tra le condizioni che giustificano l’uso delle armi nucleari c’è il lancio di missili balistici contro la Russia”, si legge in questo decreto.
La Russia effettua regolarmente test nucleari, come è avvenuto lo scorso ottobre. Mosca ha anche accusato l'Ucraina di aver lanciato nella notte tra lunedì e martedì sei missili americani ATACMS a lungo raggio contro un sito militare nella regione di confine russa di Bryansk.
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“Adattare le nostre basi alla situazione attuale”
“Era necessario adattare le nostre basi alla situazione attuale”, ha spiegato il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov, di fronte a quelle che Vladimir Putin considera “minacce” provenienti dall’Occidente contro la sicurezza della Russia.
Il presidente russo aveva avvertito alla fine di settembre che il suo Paese avrebbe potuto ora utilizzare armi nucleari in caso di un “lancio massiccio” di attacchi aerei contro la Russia e che qualsiasi attacco effettuato da un Paese non nucleare, come l’Ucraina, ma sostenuta da una potenza dotata di armi atomiche, come gli Stati Uniti, potrebbe essere considerata un’aggressione “congiunta”, che potrebbe richiedere l’uso di armi nucleari. Un altro caso che apre la strada a tale ricorso, “la fornitura di territorio e risorse per l’aggressione contro la Russia”, continua il testo firmato da Vladimir Putin.