Recuperare l’oro dai rifiuti elettronici utilizzando il siero di latte? Una realtà

Recuperare l’oro dai rifiuti elettronici utilizzando il siero di latte? Una realtà
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Immondizia che vale oro. Letteralmente. L’industria elettronica fatica a riciclare i dispositivi diventati inutilizzabili e a isolarne i metalli, in particolare quelli costosi, come l’oro. Ma quattro ricercatori dell’ETH di Zurigo (Istituto Federale Svizzero di Tecnologia) hanno fatto una scoperta che potrebbe cambiare tutto. In uno studio pubblicato sulla rivista Materiale avanzato nel gennaio 2024 dettagliano il loro metodo… a dir poco sorprendente, per estrarre l’oro dai comuni rifiuti elettronici in modo sostenibile.

“Gli attuali metodi di recupero dell’oro richiedono un uso intensivo di risorse e richiedono lo sviluppo di soluzioni di estrazione più efficienti”, sottolineano i ricercatori. Hanno quindi esplorato una nuova strada, quella della sostanza amiloide (un aggregato di proteine) derivata dal siero di latte – soprannominata “whey” – per sviluppare un metodo tanto efficace quanto ecologico. Scarti caseari per riciclare l’oro, “Non possiamo essere più sostenibili di così!” »si entusiasma Raffaele Mezzenga, coautore dello studio, in un comunicato stampa.

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Siero per ottenere pepite d’oro

La soluzione più utilizzata per recuperare l’oro è il riciclo con carbone attivo. Questo processo rilascia 116 g di CO2 per grammo di oro estratto dai RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). Con la tecnica del siero di latte dell’ETH di Zurigo si producono “solo” 87 g per 1 grammo d’oro. Questa consiste nel trasformare questo siero in fibrille di amiloide. Si tratta di aggregati proteici composti da nanofibre. Secchi, diventano come spugne e appaiono come un aerogel (solido molto poroso).

È poi sufficiente immergere questo aerogel nel bagno in cui sono immerse le componenti metalliche dei rifiuti elettronici per scioglierle. In questa “acqua regia”, una miscela di acido cloridrico e acido nitrico, queste nanofibre hanno poi la particolarità di assorbire solo ioni d’oro. Non resta che riscaldare queste fibrille amiloidi per ottenere pepite d’oro.

Presentazione visiva del processo di riciclaggio dell’oro dal siero di latte. Crediti: Peydayesh, Boschi, Donat, Mezzenga / ETH Zurigo.

Migliorare il riciclo dei RAEE, una necessità

Secondo le Nazioni Unite, nel 2022 sono state generate ben 62 milioni di tonnellate di RAEE. E il loro volume cresce cinque volte più velocemente della quota riciclata, anche se avremmo tutto l’interesse a recuperare i materiali in essi contenuti per riutilizzarli nella produzione di nuovi dispositivi per ridurre l’estrazione mineraria e il suo pesante impatto ambientale.

Con questo metodo sviluppato a partire dai sottoprodotti del latte e cinquanta volte più economico del prezzo dell’oro, c’è speranza. In un test di questo nuovo processo, i quattro scienziati hanno immerso venti schede madri di computer usate nel bagno di dissoluzione e poi hanno utilizzato il loro aerogel di amiloide. Risultato? Durante questa operazione furono recuperati non meno di 450 milligrammi d’oro (da 21 a 22 carati). Si tratta del 93,3% del metallo prezioso presente nella soluzione. Infine, per quanto riguarda la purezza, solo il 9% del ferro è stato assorbito dall’aerogel. Le pepite ottenute hanno una purezza del 90,8%.

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