Se il ritorno di Donald Trump può significare un calo dei prezzi del gas naturale liquefatto, rappresenta anche una rottura nel mercato regionale europeo. L’UE, nella sua ricerca di indipendenza strategica, dovrà evitare alcune trappole e fare affidamento sulle proprie tecnologie. Con il Green Deal in vista entro il 2050. Tutto un programma…
Biden li ha bloccati, Trump li farà correre a tutta velocità. “Il”, questi sono esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL), energia fossile cara al rieletto presidente repubblicano.
Con effetto immediato. Sono bastate una manciata di giorni perché Ursula Von der Leyen rivolga un vero e proprio appello al magnate americano. Nel desiderio di rafforzare gli interessi comuni tra USA e UE, la Presidente della Commissione ha posto l'accento direttamente sulla questione energetica. “Riceviamo ancora molto GNL dalla Russia, quindi perché non sostituirlo con il GNL americanopiù economico per noi, e abbassare i prezzi dell’energia?”, ha dichiarato dopo il vertice europeo di Budapest. La mano è tesa. Verrà ascoltata?
Un impatto reale sui prezzi del gas?
L’aumento della quota delle importazioni americane di GNL potrebbe sia abbassare i prezzi del gas sul mercato all’ingrosso, ma anche consentire di ridurre ulteriormente la quota della torta russa in Europa. Con un impatto reale sulla bolletta dei consumatori? “L’arrivo di Trump potrebbe infatti pesare sui prezzi del gas in Europastima Adina Revol, autrice di Rottura con la Russia, risveglio energetico europeo. L’aumento della produzione di gas naturale liquefatto negli Stati Uniti aumenterà la sua disponibilità sul mercato globale, il che dovrebbe comportare pressione al ribasso sui prezzi”.
L’arrivo di Trump potrebbe infatti pesare sui prezzi del gas in Europa.
Secondo l'esperto di affari europei è fondamentale ricordarlo che l’UE rimane a acquirente del prezzo sul mercato globale. “Senza sovranità energetica, è soggetta ai prezzi fissati dall’equilibrio internazionale tra domanda e offerta e dai rischi geopolitici”.
Le tasse influenzano in modo significativo anche il costo dell'energia, che rappresenta circa il 40% del prezzo finale nell'Unione Europea. “Per rafforzare la competitività economica europea è necessaria una riflessione sulla tassazione dell’energia”, ritiene.
Prezzi del gas: una svolta storica
A Versailles, nel marzo 2022, l’Europa ha preso la forte decisione di staccarsi dal gas russo, che allora rappresentava ancora il 45% delle importazioni. “Una svolta storica”assicura Adina Revol. A più di due anni di distanza, gli effetti sono concreti: lo scorso anno il gas russo rappresentava solo il 15% delle importazioni europee. Oggi ha registrato una leggera ripresa, intorno al 18%, in seguito all’aumento del transito del gas russo attraverso i porti europei verso il mercato asiatico. Questo commercio “relay” rappresenta ancora tra il 3 e il 4% delle importazioni europee di GNL.
Con la rielezione di Donald Trump assistiamo ad una concorrenza diretta tra il GNL americano e quello russo.
Da marzo 2025sarà vietato l’utilizzo dei porti europei come trampolini di lancio del gas russo verso l’Asia. Una perdita commerciale netta per l’Europa, quindi, ma “un segnale forte della volontà di ripristinare la nostra autonomia energetica”.
Il futuro dell’Europa dipende più che mai dalla revisione del suo sistema energetico, con l’obiettivo di prevenire qualsiasi dipendenza strategica come quella che abbiamo sperimentato nei confronti della Russia. A questo proposito, il piano REPowerEU mira a prevenire qualsiasi ricaduta. Poggia su tre pilastri: diversificazione degli approvvigionamenti, promozione delle energie rinnovabili e sobrietà energetica, elenca colui che è stato anche portavoce della Commissione europea in Francia. “Allo stesso tempo, l’Europa deve anche raccogliere la sfida padronanza delle tecnologie nucleari di nuova generazionecome piccoli reattori”.
Dal regionale al globale: la trasformazione del mercato europeo
Prima della guerra in Ucraina, il mercato europeo del gas era in gran parte regionale, alimentato da gas russo, norvegese e algerino, con una quota marginale di GNL. “Oggi, privato del gas russo, il mercato europeo è diventato globale. Con la rielezione di Donald Trump, osserviamo addirittura concorrenza diretta tra il GNL americano e quello russo”, relève Adina Revol.
L’Unione Europea, tuttavia, resta impegnata nel Green Deal e punta a diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. “Ciò implica l’uscita graduale del gas naturale e una rapida trasformazione del suo sistema energetico, con un’elettrificazione accelerata. È non per sostituire una dipendenza fossile con una nuova dipendenza, questa volta verde”.
La necessità di una forte innovazione
Inoltre, un piano industriale e tecnologico sostiene il Green Deal, con l’ambizione che entro il 2030 l’Europa possa produrre almeno il 40% delle tecnologie pulite necessarie. “Si fonda la sovranità strategica e tecnologica europea forte innovazione, in particolare nel settore dell’idrogenoe sugli investimenti strategici. Saranno decisive le discussioni sul prossimo bilancio europeo, sul ruolo della Bei e sulla creazione di un mercato di venture capital in Europa”.
Di fronte al rischio che Trump utilizzi il GNL come strumento geopoliticol’Europa dovrà quindi evitare attentamente una nuova dipendenza energetica, questa volta dall’Occidente. Obiettivi che alla fine richiederanno trovare un equilibrio tra la graduale eliminazione del gas e il mantenimento di un costo energetico sostenibile per il consumatore. Per non liquefarsi più…