Tecnologia: un ologramma per risolvere l’omicidio di una prostituta

Tecnologia: un ologramma per risolvere l’omicidio di una prostituta
Tecnologia: un ologramma per risolvere l’omicidio di una prostituta
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Credito fotografico, Polizia olandese

Didascalia immagine, L’ologramma rappresenta Betty Szabo, assassinata ad Amsterdam nel 2009.
Informazioni sull’articolo
  • Autore, Anna Holligan
  • Ruolo, Notizie della BBC ad Amsterdam
  • 10 minuti fa

L’ologramma di una giovane prostituta infesta il quartiere a luci rosse di Amsterdam.

Indossando pantaloni di jeans sbiaditi, un reggiseno con stampa leopardata e un tatuaggio che le corre sullo stomaco e sul petto, la CGI 3D si allunga e sembra bussare alla finestra per attirare l’attenzione.

Si sporge in avanti, soffia sulla finestra e scrive la parola “aiuto”.

L’ologramma è progettato per rappresentare Bernadette “Betty” Szabo, una donna ungherese di 19 anni assassinata pochi mesi dopo il parto nel 2009.

Il suo accoltellamento ha sconcertato la polizia per 15 anni. Gli investigatori olandesi specializzati in casi irrisolti utilizzano per la prima volta questa tecnologia innovativa per cercare di risolvere il caso.

L’immagine dell’adolescente assassinata è proiettata dietro una finestra, accanto a centinaia di giovani donne che continuano a guadagnarsi da vivere in questo settore notoriamente rischioso.

Gli investigatori sperano che questo ologramma realistico aiuti a far rivivere i ricordi e ad attirare l’attenzione sull’omicidio irrisolto.

Finora, l’assassino di Betty è sfuggito alla giustizia e Anne Dreijer-Heemskerk, una detective specializzata in casi irrisolti, è determinata a cambiare la situazione: “Una giovane donna di soli 19 anni, portata via dalla vita in un modo così orribile”.

Szabo ha avuto una vita difficile e la sua storia è stata fatta di difficoltà e resilienza, secondo il detective.

Si era trasferita ad Amsterdam quando aveva 18 anni ed era rimasta incinta subito dopo. Ha continuato a lavorare durante la gravidanza ed è tornata a lavorare poco dopo la nascita di suo figlio.

All’alba del 19 febbraio 2009, due prostitute andarono a trovare la madre adolescente durante una pausa tra i clienti perché notarono che la sua solita musica non veniva riprodotta.

Quando entrarono nel suo bordello, una piccola stanza con un letto ricoperto di plastica, una toletta e un lavandino, scoprirono il corpo di Betty Szabo.

È stata uccisa tre mesi dopo il parto, vittima di un feroce attacco con coltello.

Il suo bambino è stato dato in affidamento e non ha mai conosciuto sua madre, un fatto che motiva gli investigatori.

Sebbene la polizia abbia immediatamente aperto un’indagine per omicidio, l’assassino non è mai stato trovato. Hanno visionato le riprese delle telecamere di videosorveglianza e intervistato potenziali testimoni.

La maggior parte delle persone che guardano le donne discinte dietro le finestre al neon rosse sono turisti. La polizia sospetta che l’autore del reato provenisse dall’estero.

Ora invita le persone che hanno visitato Amsterdam a ripensarci e offre una ricompensa di 30.000 euro per incoraggiare i testimoni a farsi avanti.

Mentre Amsterdam affronta il controverso progetto di spostare i suoi famosi bordelli in una “zona erotica” fuori città, l’ologramma di Betty Szabo serve a ricordare in modo toccante la vulnerabilità delle lavoratrici del sesso in un’area che, nonostante una serie di misure di sicurezza, rimane pericolosa.

Le lavoratrici del sesso hanno espresso il timore che rimuovere le donne che vendono sesso dalla vista del pubblico potrebbe esporle a un pericolo ancora maggiore.

Il fatto che un crimine così violento possa essere avvenuto in uno dei locali notturni più frequentati dei Paesi Bassi senza che i testimoni si facessero avanti continua a sconcertare gli investigatori.

Nello storico quartiere a luci rosse dove viveva e lavorava, la presenza digitale della prostituta adolescente ricorda ai passanti che il suo caso non è stato ancora risolto.

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