Elezioni in Belgio per manichini: chi ha vinto, cosa succederà?

Elezioni in Belgio per manichini: chi ha vinto, cosa succederà?
Elezioni in Belgio per manichini: chi ha vinto, cosa succederà?
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Questa domenica, 9 giugno, i belgi sono stati chiamati ad eleggere i loro rappresentanti al Parlamento Parlamento europeoal Camera da letto (il livello federale responsabile affari esteri, difesa nazionale, giustizia, finanza, previdenza sociale, ecc.) e nel parlamenti regionali (nelle Fiandre, a Bruxelles, in Vallonia e nella comunità tedesca che affrontano questioni legate alla cultura, all’istruzione, all’economia regionale, all’occupazione, all’agricoltura, all’edilizia abitativa, ai trasporti, ecc.). La maggior parte dei belgi (vi risparmieremo alcune eccezioni) quindi ho votato tre volte questa domenica.

In Belgio il centro di gravità politico si è chiaramente spostato verso il centrodestra

Chi ha vinto?

In Valloniai risultati di domenica sono storici e vedono la Regione mettere il andando a destra. Il partito liberale di Georges-Louis Bouchez, il MR, detronizza il Partito socialista di Paul Magnette, il che è un terremoto per una regione storicamente ancorata a sinistra. Con il 29,6%, il MR sale infatti di 8 punti percentuali, mentre il PS passa dal 26 al 23%. Le sorprese non finiscono qui dal momento che Les Engagés (partito di centrodestra), creduto morto qualche anno fa (nel 2019 si chiamava CDH), ha raggiunto la soglia del 20% scalando quasi 10 punti. Il partito dei Verdi vive la sorte opposta: perde la metà dei suoi elettori e scende al 7%. Il copresidente del partito, Jean-Marc Nollet, ha già comunicato che interromperà questa politica. Da notare che per i Verdi la storia si ripete: anche se sono saliti al potere nel 1999, 2009 e 2019, sono stati sempre sanzionati immediatamente, nel 2004, 2014 e 2024. Da notare infine che l’estrema sinistra, con un buon punteggio comunque , ristagna nel Sud del Paese: il PTB ottiene infatti il ​​12,1% (rispetto al 13,7% di cinque anni fa).

“Dopo un simile schiaffo alle elezioni, Magnette non può restare alla guida del PS”

A Bruxelles trionfa anche il MR e diventa il partito leader nella capitale (26%). Il PS ristagna al 22% e perde la leadership. Da notare che l’Écolo crolla pesantemente (9,8%), che Les Engagés recupera qualche punto (10,7), che il PTB sfonda nella capitale il 21% (rispetto al 13,5% di 5 anni fa), e che il Défi (partito di centrodestra) che mira a difendere i francofoni) scende all’8%, perdendo 5 punti percentuali. Questo panorama frammentato preannuncia negoziati difficili per trovare una maggioranza e formare un governo regionale nella capitale.

Citiamo una sorpresa di Bruxelles: la piccola lista Team Fouad Ahidar è il secondo partito di lingua olandese a Bruxelles (con 13.200 voti) e ottiene tre eletti grazie ad una chiave di ripartizione che garantisce ai partiti fiamminghi un determinato numero di seggi nonostante la loro “ punteggi bassi” rispetto ai partiti francofoni.

Elezioni 2024: le carte rimescolate in maniera molto netta

Nelle Fiandre, il partito nazionalista di destra N-VA, guidato da Bart De Wever, consolida la sua posizione di leadership davanti al partito separatista di estrema destra Vlaams Belang. Se guardiamo ai voti espressi per il Parlamento fiammingo, N-VA ottiene il 23,9% e Vlaams Belang quasi il 22,7%. Anche se non è sempre alla base del voto, quasi un olandese su due ha quindi votato per un partito che in definitiva vuole l’indipendenza delle Fiandre.

Dietro questi due partiti bisogna citare la caduta vertiginosa del partito liberale del premier uscente Alexander De Croo, che non supera più la soglia del 10%. Diminuiscono peso senza crollare i CD&V (i democristiani) e i Groen (i verdi), con rispettivamente il 13% e il 7,3% dei voti. Da notare che la sinistra non è assente nel panorama fiammingo poiché stanno guadagnando terreno i socialisti di Vooruit (13,8%), così come il PVDA, il partito di estrema sinistra (8,3%).

A livello europeogli equilibri sono generalmente identici a quelli ottenuti dai partiti a livello nazionale. Da segnalare il trionfo della liberale Sophie Wilmès (primo ministro ai tempi del Covid) che ha ottenuto per lei 530.000 voti, una cifra record nella politica francofona.

La N-VA consolida la sua posizione di leadership nelle Fiandre, Bart De Wever può rivendicare 16 rue de la Loi

Che cosa accadrà ?

Tutti i governi e i parlamenti (a livello federale e regionale) si sono dimessi. Da questo lunedì i telefoni si scalderanno tra i presidenti dei partiti con i vincitori che, inevitabilmente, detteranno le loro condizioni. A seconda degli equilibri e dei programmi, questi presidenti di partito cercheranno di formare coalizioni ottenendo la maggioranza dei seggi in ciascun parlamento.

Si noti che generalmente sono i negoziati a livello federale a dettare il ritmo. A questo livello, è verso il Palazzo Reale che tutti gli sguardi saranno rivolti poiché spetta al Re ricevere i presidenti dei partiti, nominare un informatore (che indagherà sulle possibili coalizioni), poi un formatore che aiuterà a suggellare gli accordi tra partiti. Allora si formerà il governo. A seconda della difficoltà nel raggiungere gli accordi, questo tempo di negoziazione può quindi essere più o meno lungo. Ricordiamo che ci sono voluti 541 giorni di negoziati per formare il governo dopo le elezioni del 2010 e 494 giorni dopo quelle del 2019.

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Notiamo un’ultima cosa: le coalizioni non devono essere identiche a seconda dei parlamenti. Se in Vallonia potessimo avere un governo MR/Engaged, il governo di Bruxelles potrebbe essere strutturato attorno al PS e al MR. Nelle Fiandre e a livello federale, i giochi sono ancora molto aperti questo lunedì.

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