Trump rivendica la vittoria, i leader stranieri si congratulano con lui

Trump rivendica la vittoria, i leader stranieri si congratulano con lui
Trump rivendica la vittoria, i leader stranieri si congratulano con lui
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Donald Trump, alle porte della Casa Bianca dopo aver vinto diversi Stati decisivi, ha rivendicato mercoledì una “vittoria politica mai vista prima nel nostro Paese”, senza attendere lo spoglio finale.

Solo il canale Fox News lo ha già dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali, mentre la sua rivale democratica Kamala Harris si è rifiutata di parlare durante la notte delle elezioni a Washington, che si è conclusa presto.

L'ex presidente ha però già ricevuto una pioggia di congratulazioni da parte dei leader stranieri, da Emmanuel Macron a Benjamin Netanyahu, da Volodymyr Zelenskyj al capo della Nato Mark Rutte, dal primo ministro britannico Keir Starmer alla capo della Commissione europea Ursula von der Leyen. .

Non hanno aspettato la formalizzazione di quello che sarebbe stato uno dei ritorni politici più straordinari nella storia politica americana.

Lo spoglio è ancora in corso ma la sconfitta del 60enne vicepresidente sembra quasi certa, visti gli Stati decisivi caduti nelle mani del 78enne tribuno.

-Pennsylvania-

Al candidato repubblicano è stata data la vittoria in Georgia, Carolina del Nord e soprattutto in Pennsylvania, il più cruciale dei sette stati decisivi, secondo le proiezioni dei media americani.

Per il momento Donald Trump ha 266 elettori, contro i 219 di Kamala Harris. Gli servono 270 per vincere.

Altra incognita: riuscirà, come già assicura, a conquistare la maggioranza dei voti a livello nazionale, cosa che un candidato repubblicano non faceva da vent'anni?

Se confermata, la vittoria di Donald Trump segnerebbe un ritorno tanto più straordinario se si considera che la sua terza campagna è stata segnata da due tentativi di omicidio, quattro incriminazioni e una condanna penale.

L'entusiasmo dei leader stranieri nel congratularsi con lui tradisce l'entusiasmo di molte capitali, dove rimane vivido il ricordo delle ripetute crisi del suo primo mandato.

Emblematica la reazione del capo di Stato ucraino: mentre Donald Trump assicura che metterà fine molto rapidamente alla guerra contro la Russia, senza spiegare come, Volodymyr Zelenskyj dice di sperare che lo aiuti a ottenere una “pace giusta”.

Il repubblicano vuole avviare una svolta protezionistica, con pesanti tasse sui prodotti importati.

– Reazioni –

Al Palm Beach County Convention Center, vicino alla lussuosa residenza di Mar-a-Lago del loro campione, centinaia di berretti rossi con la scritta “Make America Great Again”, uomini in giacca e cravatta, donne in abiti da sera, americani di tutte le età hanno già festeggiato.

“È finita. E sento che il mondo sarà un posto molto migliore”, esulta Moses Abraham, 22 anni.

Per Jo Ann Poly Calvo, cinquantenne, “è come nel 2016, siamo sulla stessa strada verso la vittoria”, in riferimento al successo a sorpresa contro Hillary Clinton che ha mandato Donald Trump alla Casa Bianca e ha sconvolto la politica americana.

Kamala Harris sperava di diventare la prima donna eletta presidente, affrontando un avversario che non ha mai ammesso la sconfitta nel 2020.

Nel suo discorso di mercoledì, Donald Trump ha affermato di voler “guarire” l'America e ha chiesto il superamento delle “divisioni” nel Paese, dopo una campagna di rara violenza verbale, diretta soprattutto contro i suoi oppositori politici e i migranti.

– Due Americhe –

Questa campagna senza precedenti è stata segnata dalla clamorosa entrata in corsa di Kamala Harris a luglio, dopo il ritiro del presidente Joe Biden.

Dietro questi due candidati c’erano due Americhe apparentemente inconciliabili, ciascuna convinta che l’altra fazione avrebbe portato il Paese al disastro.

La vicepresidente 60enne ha dipinto la sua rivale come un potenziale dittatore “fascista” e un pericolo per i diritti delle donne.

Donald Trump ha descritto il suo avversario come un leader debole e “stupido”, negligente riguardo all’immigrazione clandestina e alla criminalità.

Se entrerà alla Casa Bianca, sarà attraverso il controllo del Senato americano, che i repubblicani hanno preso dai democratici, e che svolge un ruolo cruciale soprattutto nelle nomine giudiziarie.

Il destino della Camera dei Rappresentanti non è ancora noto.

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