Londra (awp/afp) – I prezzi del petrolio hanno ampliato le perdite martedì, sulla scia della riunione dell’OPEC+ di domenica, interpretata dagli investitori come la prospettiva di un prossimo aumento dell’offerta, che potrebbe portare a un surplus di mercato.
Intorno alle 10:30 GMT (12:30 CET), il prezzo di un barile di Brent del Mare del Nord, con consegna ad agosto, è sceso dell’1,88% a 76,89 dollari.
Il suo equivalente americano, il barile di West Texas Intermediate (WTI), con consegna a luglio, ha perso il 2,18% a 72,60 dollari.
I due benchmark del greggio erano al livello più basso da febbraio.
Dopo la riunione di domenica dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) e dei suoi alleati dell’alleanza OPEC+, “l’annuncio di una graduale inversione delle riduzioni volontarie (della produzione, ndr) è stato il principale colpevole” del crollo dei prezzi, riassume Tamas Varga, analista di PVM Energy.
Otto membri (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Iraq, Kuwait, Kazakistan, Oman e Russia) vedranno la graduale fine degli ulteriori tagli produttivi ai quali si erano volontariamente sottoposti, rinnovati solo fino alla fine di settembre.
Inoltre, gli Emirati Arabi Uniti hanno ottenuto un aumento della quota di produzione ufficiale di 300.000 barili al giorno, che sarà attuato gradualmente da gennaio a settembre 2025.
In totale, l’OPEC+ potrebbe reintrodurre sul mercato 2,5 mbd a partire da questo autunno.
“I prezzi bassi sul mercato del petrolio suggeriscono che gli operatori di mercato “temono” un eccesso di offerta” sul mercato, afferma Carsten Fritsch della Commerzbank.
Tuttavia, “l’OPEC+ si aspetta una ripresa significativa della domanda di petrolio”, e se questa “non riuscisse a riprendersi, ad esempio perché l’economia cinese resta in difficoltà, il previsto aumento della produzione di petrolio sarebbe compromesso”, spiega l’analista.
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