il cespuglio teme di essere spazzato via dalla violenza e si aggrappa al “vivere insieme”

-

L’elicottero militare sorvola Bourail la mattina di sabato 25 maggio, attirando gli sguardi preoccupati dei clienti del mercato. Interverrà la polizia sul posto di blocco indipendentista posto all’uscita nord della cittadina rurale della Nuova Caledonia? “Questo sarebbe il momento peggiore, è troppo presto”, Giudice Steve Novella. Barba grande sale e pepe e occhi azzurri, bottiglie di miele in braccio, lo afferma questo imprenditore cinquantenne“sarebbe meglio discutere”. Perché qui “in campagna”, 160 km a nord di Noumea, “Le cose stanno andando bene e non vorremmo che accadessero violenze”.

Steave Novella, residente a Bourail (Nuova Caledonia), 25 maggio 2024. DELPHINE MAYEUR PER “IL MONDO”

Dallo scoppio dell’insurrezione, il 13 maggio, la costa occidentale della Grande Terre vive in una tensione ansiosa. Distributori di benzina, uffici postali, scuole, farmacie e negozi sono chiusi, e nei paesi c’è la calma delle domeniche di campagna. Ma troppo poca vita li anima perché l’atmosfera possa essere definita serena.

Dopo la grande città Nouméa, la boscaglia, che fu il baricentro degli “eventi” del 1984-1988, prenderà fuoco a sua volta? La questione del contagio dell’insurrezione è nella mente di tutti, dopo la visita di Emmanuel Macron nel territorio giovedì 23 maggio. Il giorno dopo gli annunci di un capo di Stato venuto ad assicurarlo “non passerebbe con la forza” sulla riforma del corpo elettorale, ma ha ribadito che andrà “nel referendum” se necessario, una settima morte è da deplorare vicino a Nouméa. Si lancia la ripresa dei quartieri barricati dai rivoltosi – Nouville, Kaméré, Magenta, Espérance o Tuband – in un clima di guerra.

Leggi anche | Articolo riservato ai nostri abbonati In Nuova Caledonia, dopo la visita di Emmanuel Macron, i quartieri indipendentisti restano mobilitati

Aggiungi alle tue selezioni

Lasciare Nouméa per raggiungere Bourail è rimasto molto difficile venerdì 24 maggio. Intorno ai quartieri presidiati da indipendentisti o rivoltosi, i posti di blocco costringono gli automobilisti a una gimkana senza fine. Bloccato, il Savexpress, che serve i comuni di Dumbéa e Païta. Auto carbonizzate, bitume impregnato di rottami metallici fusi, fumo acre… Sbarrati, i Cancelli di Ferro. Anche la rotonda Montravel, da dove si vede ancora fumante la fabbrica Le Froid distrutta dieci giorni prima. Inversione di marcia forzata, all’incrocio tra Montravel e Ducos, la grande area commerciale viene attaccata e saccheggiata.

Nella fabbrica di bevande Le Froid, a Nouméa, distrutta da un incendio, il 23 maggio 2024. DELPHINE MAYEUR PER “IL MONDO”

In contrada Magenta è ricomparsa una diga precedentemente sgomberata, e la strada provinciale della Normandia resta completamente chiusa. A Païta, i giovani lapidati fanno aprire i bauli per una goffa perquisizione. Dumbéa resta in preda ad una tensione palpabile. L’autista chiede ovunque, ai CRS che presidiano un ponte, o agli attivisti di una rotonda che salutano i passanti sotto i colori verde-blu-rosso di Kanaky: “Sta andando più in alto, va bene?” »

Ti resta il 78,87% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.

-

PREV Il picco del petrolio non ci sarà – Antoine Buéeno
NEXT Pala d’Or 2024: 850 spettatori al Jaï-alaï d’Hossegor per partite di alto livello