come spiegare il buon risultato della Francia?

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Durante una visita ai privati, un consulente di France Rénov segnala gli spazi da isolare, grazie alla sua telecamera termica, che permette di individuare i ponti termici, a Desertine (Allier), 16 novembre 2022. LOUISE QUIGNON/HANS LUCAS PER “IL MONDO”

Il dato è addirittura migliore del previsto. Le emissioni di gas serra sono diminuite del 5,8% in Francia nel 2023, secondo i dati pubblicati giovedì 23 maggio dal Centro tecnico interprofessionale per gli studi sull’inquinamento atmosferico (Citepa), l’organizzazione incaricata di realizzare questo inventario in Francia. Il governo non ha mancato di essere orgoglioso di questo buon risultato. “Non abbiamo lezioni da imparare da nessuno in termini di efficienza ecologica e ambientale”, ha giudicato mercoledì anche il primo ministro Gabriel Attal, in un incontro a Mayenne, mentre la lista della maggioranza alle elezioni europee è seguita nei sondaggi da quella del Partito socialista. Tuttavia, il compito si preannuncia difficile per mantenere questi buoni risultati a lungo termine.

Ciò è superiore alle prime stime per marzo 2024, che suggerivano -4,8%, e più del doppio del calo registrato nel 2022 (-2,7%). Tanto che il 2023 si colloca come il terzo anno con la più forte riduzione delle emissioni dopo il 2020 (-9%, a causa della pandemia di Covid-19) e il 2014 (-6,6%, a causa di un inverno molto mite). In totale, escluse le importazioni, le attività sul territorio francese hanno emesso 373 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.2 (MtCO2e) nel 2023.

Questi progressi mettono la Francia sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi climatici se teniamo conto delle emissioni lorde (senza pozzi di assorbimento del carbonio, come foreste o suoli). D’altra parte, il budget di carbonio (tetto di emissione) per il periodo 2019-2023 è leggermente superato se guardiamo alle emissioni nette, che includono l’assorbimento di parte delle emissioni di carbonio da parte dei pozzi.

Ripresa dell’attività del reattore

Per la prima volta tutti i settori emittenti registrano un calo nel 2023. È più marcato nella produzione di energia (–18%), a causa di un aumento della produzione nucleare (molti reattori hanno ripreso l’attività dopo la chiusura nel 2022) ma anche delle rinnovabili . Anche il consumo di elettricità continua a diminuire “in un contesto di crisi energetica e di appello alla sobrietà”, precisa Citepa.

In calo anche le emissioni degli edifici (–6%), grazie al comportamento sobrio di famiglie e imprese, al proseguimento delle ristrutturazioni energetiche “in relazione alle misure MaPrimeRenov’ e all’installazione di pompe di calore”, mesi di gennaio e dicembre 2023 più miti rispetto a quelli del 2022, che hanno ridotto l’uso del riscaldamento, oltre ad un contesto inflazionistico e in aumento dei prezzi dell’energia.

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