“Vogliamo spingere il governo ad accettare la sua sconfitta, oppure a mettere un 49.3, che ci permetterà di presentare una mozione di censura”, dice Eric Coquerel (LFI)

“Vogliamo spingere il governo ad accettare la sua sconfitta, oppure a mettere un 49.3, che ci permetterà di presentare una mozione di censura”, dice Eric Coquerel (LFI)
“Vogliamo spingere il governo ad accettare la sua sconfitta, oppure a mettere un 49.3, che ci permetterà di presentare una mozione di censura”, dice Eric Coquerel (LFI)
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Lo auspica il primo ministro Michel Barnier “controllo delle spese” dell’Assistenza Sanitaria di Stato (AME), che consente agli stranieri in situazione irregolare di beneficiare dell’accesso alle cure, spiega nel Giornale della domenica (JDD).

Il signor Barnier non sembra voler mettere in discussione questi aiuti, ma li ritiene necessari “controllo della spesa AME”. “Il governo e il Parlamento prenderanno tutte le misure per garantire che queste non progrediscano ulteriormentespiega. È importante garantire che l’AME non venga mai distolto dal suo scopo, ovvero quello di strumento di sanità pubblica. »

Martedì il governo si è detto favorevole al congelamento dei fondi destinati all’AME; un cambio di rotta, quando inizialmente aveva previsto di aumentarli nel bilancio 2025.

Nel 2024 l’AME ha rappresentato circa lo 0,5% della spesa sanitaria prevista dal bilancio della Previdenza Sociale. A fine 2023 i beneficiari erano 466.000.

Il signor Barnier, che venerdì si è recato con il ministro degli Interni, Bruno Retailleau, alla frontiera italiana per un incontro di lavoro con due ministri italiani (degli Affari esteri e degli Interni) sulla questione dell’immigrazione, precisa che si recherà a Roma in Novembre per incontrare il Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni, del partito di estrema destra post-fascista.

Per quanto riguarda gli stranieri soggetti all’obbligo di lasciare il territorio (OQTF) e il cui paese di origine rifiuta il loro ritorno, dice di volere, “in spirito di dialogo”, “estendere o riprendere le discussioni con questi paesi”. “Non lo faremo in modo aggressivo, ma ponendo tutti gli strumenti della cooperazione bilaterale”aggiunge, stimandolo“Ci sono Paesi vicini alla Francia, come Algeria e Marocco, con i quali il dialogo è possibile”.

“E saremo effettivamente in grado di esaminare tutte le dimensioni, se necessario, dalla concessione dei visti all’assistenza allo sviluppo”avverte.

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