Alcuni automobilisti potrebbero essersi rallegrati un po’ troppo in fretta. La tendenza al ribasso dei prezzi dei carburanti in Lussemburgo sembra appartenere al passato. La guerra in Medio Oriente comincia infatti ad avere un impatto negativo sui prodotti derivati dal petrolio. “Dall’intensificarsi delle tensioni geopolitiche all’inizio di ottobre, i prezzi del petrolio greggio sono aumentati di circa il 10%”, sottolinea Jean-Marc Zahlen, segretario generale del Gruppo lussemburghese per la mobilità energetica (GEML) della federazione industriale Fedil.
Alla pompa, il prezzo di un litro di 95 senza piombo è aumentato di 4,1 centesimi in dieci giorni (+2,7 centesimi per la 98 senza piombo, +1,5 centesimi per il diesel). “I mercati petroliferi sono particolarmente sensibili alle perturbazioni geopolitiche in Medio Oriente, a causa dell’importanza di questa regione per le forniture petrolifere globali. L’instabilità in questa regione porta spesso alla volatilità dei prezzi”, continua Jean-Marc Zahlen.
Secondo il segretario generale del GEML, i mercati petroliferi temono attacchi di ritorsione da parte di Israele contro gli impianti petroliferi iraniani, che potrebbero aumentare ulteriormente i prezzi del greggio. Ma anche in questo scenario sarebbe difficile prevedere l’entità di un possibile aumento, “perché molti altri fattori influenzano il prezzo del petrolio”.
Attualmente, però, i mercati non sembrano credere ad un blocco dello Stretto di Hormuz, attraverso il quale transita una parte significativa delle forniture mondiali di petrolio, perché probabilmente lo Stato americano non rimarrebbe insensibile di fronte ad un simile scenario. “Non è possibile prevedere l’evoluzione dei prezzi alla pompa nel Granducato nelle prossime settimane. Persistono troppe incertezze», conclude con cautela Jean-Marc Zahlen.
