I prezzi del petrolio aumentano a causa del miglioramento dei dati cinesi e del conflitto in Medio Oriente

I prezzi del petrolio aumentano a causa del miglioramento dei dati cinesi e del conflitto in Medio Oriente
I prezzi del petrolio aumentano a causa del miglioramento dei dati cinesi e del conflitto in Medio Oriente
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I prezzi del petrolio sono aumentati venerdì, continuando la loro tendenza al rialzo sui segnali di miglioramento dell’economia cinese e mentre i negoziati per porre fine alle ostilità di stallo tra Israele e Hamas non hanno prodotto risultati.

Il greggio Brent è aumentato di 37 centesimi, o dello 0,4%, a 84,24 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate è aumentato di 41 centesimi, o dello 0,5%, a 79,64 dollari alle 0003 GMT.

Nella sessione precedente, i prezzi del petrolio erano saliti al livello più alto della settimana sulla base dei dati sull’aumento delle importazioni di petrolio greggio in Cina ad aprile e poiché gli investitori consideravano il rallentamento del mercato del lavoro negli Stati Uniti come un’indicazione di possibili riduzioni dei tassi di interesse.

Le esportazioni e le importazioni cinesi sono tornate a crescere in aprile dopo la contrazione del mese precedente, segno di un miglioramento della domanda.

“I continui segnali di forza della domanda in Cina dovrebbero consentire al mercato delle materie prime di rimanere ben supportato”, ha affermato ANZ Research in una nota.

Negli Stati Uniti, c’è una notevole incertezza sulla direzione che prenderà l’inflazione nei prossimi mesi, ha detto giovedì la presidente della Federal Reserve di San Francisco Mary Daly, aggiungendo che rimane fiduciosa che le pressioni sui prezzi continueranno ad allentarsi.

La signora Daly non ha detto se pensa o meno che la banca centrale americana taglierà i tassi di interesse quest’anno. I mercati finanziari si aspettano che la banca centrale americana inizi il suo ciclo di allentamento a settembre.

Le forze israeliane hanno bombardato le aree di Rafah giovedì, secondo i residenti palestinesi, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu ha respinto la minaccia del presidente americano Joe Biden di non fornire armi a Israele se avesse attaccato la città di Gaza, nel sud del paese.

Un alto funzionario israeliano ha detto giovedì sera che l’ultimo round di negoziati indiretti al Cairo volti a porre fine alle ostilità a Gaza è terminato e che Israele continuerà le sue operazioni a Rafah e in altre parti della Striscia di Gaza come previsto. (Segnalazione di Katya Golubkova; Montaggio di Stephen Coates)

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