Namur a maggio | Dietro le quinte degli acrobati: al culmine dell’audacia, l’equilibrio del rischio

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A 8 anni ha iniziato con il circo come si prova con il tennis. “Sono andato con un’amica Ha smesso dopo 3 mesi, mi è piaciuto subito il trapezio…”, ricorda. Al punto da dedicare la sua vita all’acrobazia. A soli 19 anni, ha sfilato sulla passerella del rinomato Cirque Plume prima di co-fondare Les P’tits Bras, un’azienda che vive come una piccola famiglia e i cui membri possono tutti vantare un bel pedigree. Quest’anno, coloro che hanno già visitato Namur due volte nel mese di maggio, tornano per presentare la loro ultima creazione “Vent d’Ouest”, coprodotta dal festival. Andrà in tournée per i prossimi cinque anni.

Il corpo come guida

Poche ore prima di mettere piede sulla propria struttura, montata su due rimorchi, è il momento degli ultimi preparativi.

“È uno spettacolo nuovo, è stato rappresentato solo una volta, è ancora molto fragileconfessa Sophie. Questa mattina abbiamo fatto uno spinning, questo pomeriggio ci concentreremo sulla tecnica.”

©EDA

Rue Basse Marcelle, dietro le mura dell’Athénée Royal, è tempo di riscaldamento. Pilato, addominali, stretching, ognuno ha la propria routine. Il segreto più grande di questi acrobati? Conoscenza del proprio corpo. Un corpo usato quotidianamente. Nessun segreto questa volta, per durare bisogna allenarsi. E per evitare il pericolo, affidati a ciò che sai. “A 45 anni il mio corpo è abituato a cose che ha sempre saputo perfettamente. Ma se devo fare nuovi trick oggi è decisamente più difficile. Ognuno di noi si pone i propri limiti personali. Questo è tutto. Per questo abbiamo persone più giovani che può offrire nuove imprese circensi.”

Fiducia come custode

La fiducia tra i sei partner che saranno sul set è l’altro pilastro di questo precario equilibrio tra audacia e assunzione di rischi. Tra due colpi di gesso sui piedi e sulle mani, l’imbracatura in vita durante le prove, gli scambi fluiscono. “Gli ho detto di non farlo in quel modo. […] sei sicuro della tua presa? […] Io preferisco che tu mi lasci andare prima […] Non sta bene con questi pantaloni.”

La comunicazione è cruciale. Una volta installato il pubblico, le imbracature saranno scomparse e senza rete, le stesse figure verranno eseguite su questa struttura che culmina a ben dieci metri di altezza.

Namur nel maggio 2024
©EDA

Le ferite esistono, segnano i corpi. “Il più delle volte si tratta di tendiniti o stiramenti, ma qualunque cosa, andiamo!”, sorride Sophie mentre parla del lavoro più bello del mondo. Una professione fatta di prestanza tecnica e fisica, senza dimenticare quella artistica. Acrobazia, musica, umorismo, la compagnia P’tits Bras ha il suo modo di far dimenticare agli spettatori la loro vita quotidiana.

Un’ora prima di salire sul palco, dovrete ancora frugare tra le scatole dei trucchi e dei costumi… Prima di abbracciarci un’ultima volta e augurarci nel modo più semplice possibile, “A tra poco”.


Una vita sulla strada

Con la sua struttura all’aperto che si monta in poche ore, la Compagnie des P’tits Bras propone generalmente dalle 50 alle 60 date in tutta Europa, dalla fine di aprile all’inizio di ottobre. E il resto dell’anno?

“D’inverno a volte lavoriamo per gli altri, al chiuso, come performer, oppure creiamo per la nostra azienda o anche per gli altri”spiega Sophie Mandoux, direttrice artistica anche di Les P’tits Bras. “Quest’inverno lo abbiamo dedicato alla creazione del nostro nuovo spettacolo.” L’occasione per rilassarsi un po’? Non particolarmente. I diversi membri della compagnia sono sparsi in particolare in Francia e nel Quebec. Per mettere insieme “Vent d’Ouest”, si sono ritrovati in residenza in Francia, Spagna…

Qui o altrove, sempre da qualche parte… “È la nostra vita”.

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