Taylor Swift, più che cantante che fenomeno di marketing

Taylor Swift, più che cantante che fenomeno di marketing
Taylor Swift, più che cantante che fenomeno di marketing
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I suoi ritornelli irresistibilmente orecchiabili sono scomparsi, sostituiti da sintetizzatori sognanti, batteria attenuata e voci languide. Taylor Swift ha sempre saputo giocare sulla malinconia. Tuttavia, “Il dipartimento dei poeti torturati” è triste senza essere memorabile. Per una donna che ha iniziato la sua carriera vent’anni fa come precoce cantante preadolescente di musica country, i suoi nuovi testi sembrano sorprendentemente immaturi, con rime prive di fantasia.

Nonostante ciò, la vasta comunità degli Swifties si precipitò ad acquistare il disco: un giorno dopo la sua uscita, “The Tortured Poets Department” vendette 1,4 milioni di copie negli Stati Uniti. Ma alcuni ammettono tranquillamente che trovano le canzoni deludenti e che sono tutte un po’ simili. La sposa americana sta cadendo nella trappola del mal di montagna che colpisce coloro che raggiungono i livelli più alti dei loro campi, dagli scrittori ai leader aziendali? Forse nessuno può più dire alla più grande star della musica che le sue canzoni sono insipide.

In “I Can Do It With A Broken Heart”, Taylor Swift si vanta di essere “così produttiva da essere un’arte”. Non è raro, infatti, che grandi artisti all’apice della loro gloria pubblichino lunghi doppi album: si pensi alle 30 canzoni del “White Album” dei Beatles o alle 20 canzoni di “The River” di Bruce Springsteen. Tuttavia, l’ultimo album della cantante, cantautrice nota per i suoi testi autobiografici, è ben lungi dall’essere all’altezza dei suoi standard abituali.

Ma la popolarità della star non ha più bisogno di dipendere dalle sue canzoni. I suoi fan la seguono per la sua personalità, il suo mondo, lo stretto legame che ha saputo costruire con loro, quotidianamente, sui suoi social (285 milioni di iscritti su Instagram) molto più che ascoltando i suoi album. Taylor Swift non innova nella musica ma piuttosto nel marketing, è meno un’artista che un prodotto di consumo totale.

La sua influenza arriva meno dalla radio che da Internet e la sua voce ha molto più peso che nelle canzoni… al punto che è sicuramente l’unica la cui opinione preoccupa davvero Donald Trump nella corsa presidenziale. Nel 2020 si è schierata (timidamente) con Joe Biden. E per il 2024? Non c’era la risposta in nessuna canzone del suo ultimo album…

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