Nigeria: Oando punta a raddoppiare la produzione con l’acquisizione di Eni

Nigeria: Oando punta a raddoppiare la produzione con l’acquisizione di Eni
Nigeria: Oando punta a raddoppiare la produzione con l’acquisizione di Eni
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Con una mossa coraggiosa che ridefinisce il panorama energetico nigeriano, Oando si appresta a completare l’acquisto dell’intero business upstream di Eni in Nigeria. Questa importante acquisizione, del valore di circa 500 milioni di dollari, è vista come un perno strategico per Oando che mira a raddoppiare la sua attuale produzione a 50.000 barili di petrolio equivalente al giorno (boe/d) nel breve termine, e ad aumentarla fino a 100.000 boe/g entro la fine del decennio.

Implicazioni dell’accordo

L’accordo comprende quattro blocchi petroliferi di produzione – OML 60, 61, 62 e 63 – che costituiscono una JV (joint venture) con il terminale Brass, concessioni di esplorazione onshore e infrastrutture energetiche vitali. In questa JV Eni detiene attualmente una quota operativa del 20%, insieme a Oando con il 20% e alla compagnia nazionale NNPC (Nigerian National Petroleum Company) con il 60%. Dopo l’acquisizione, la partecipazione di Oando nella JV aumenterà al 40%.

Strategia di crescita ed espansione

La strategia di espansione di Oando, come delineata da Alex Irune, direttore delle operazioni, si basa su programmi di perforazione intensiva in campi marginali, tra cui Qua Iboe (OML 13) ed Ebendo (OML 56).

“Abbiamo in programma di perforare da quattro a cinque pozzi in questi due giacimenti nei prossimi 18 mesi, il che aumenterà significativamente la nostra capacità produttiva. »

Questi campi beneficiano di un accesso privilegiato ai terminali di esportazione, facilitando la logistica e sostenendo una rapida espansione.

Impatto sul settore e risposte alle sfide

Lo sviluppo avviene quando le società locali, come Seplat e un consorzio guidato da società nigeriane, rilevano le attività onshore delle compagnie petrolifere internazionali (IOC) che si ritirano dai bacini africani maturi. Questo spostamento verso progetti a minore intensità di carbonio e sviluppi offshore meno rischiosi solleva interrogativi sulla capacità di queste società nazionali di gestire asset importanti e finanziare nuove trivellazioni in un momento critico per il settore petrolifero della Nigeria.

Sfide normative e approvazione del governo

Le approvazioni governative per tali transazioni sono essenziali e talvolta complesse. Lo scorso luglio, la NNPC aveva riferito di non aver ancora accettato la transazione Oando-Eni, che è supportata anche da un prestito di 800 milioni di dollari da parte della African Export-Import Bank. Questo ritardo nelle approvazioni solleva interrogativi sulla volontà politica di consentire tale transizione, anche se il governo sembra generalmente sostenere questo spostamento verso un maggiore controllo da parte delle aziende locali.

L’ambizione di Oando di raddoppiare e poi quadruplicare la propria produzione nei prossimi anni potrebbe non solo trasformare la propria traiettoria, ma anche rivitalizzare l’industria petrolifera della Nigeria in difficoltà. Grazie alle riforme legislative, al miglioramento della sicurezza e alla gestione proattiva, Oando è ben posizionata per guidare questa transizione e rilanciare l’economia locale riducendo al contempo l’incidenza di furti e sabotaggi attraverso un maggiore coinvolgimento delle parti interessate locali.

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