È morto Bernard Pivot, il passatore di parole

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È morto Bernard Pivot, il passaparola

Pubblicato: 06.05.2024, 17:03

“Invecchiare fa schifo.” E morire? “È un verbo da 3e gruppo difficile da combinare. Come vivere.” In questi due brani di “Parole della mia vita”, c’è molto di Bernard Pivot, letterato a tutti gli effetti, giornalista, lettore e romanziere, insegnante (“un apocope”) di ortografia e di buona lettura, la cui famiglia ha annunciato la sua morte lunedì, il giorno dopo aver compiuto 89 annie compleanno.

Questo lionese – a Lione si dice “Sparito” – è l’uomo di una scommessa impossibile e riuscita: far dibattere scrittori e intellettuali in televisione affinché i loro libri vadano a ruba il giorno dopo nelle librerie. “Apostrophes”, il suo spettacolo emblematico, fu per quindici anni, tra il 1975 e il 1990, un evento tanto televisivo quanto letterario, che suscitò polemiche così come seppe trasmettere il piacere della lettura, in un casting a volte improbabile e spesso tremendo.

Un impatto incredibile sull’editoria

Nei titoli di coda, il primo concerto per pianoforte di Rachmaninov e un lancio semplice e chiaro: è stata un po’ come la messa del libro, venerdì sera, per molti lettori in Francia.

Gli storici della Scuola delle Annales, i giovani arrabbiati dei nuovi filosofi, la Nuova Destra, la critica al marxismo, la nuova psicoanalisi: nessuno dei movimenti di idee di quegli anni sfuggì al suo occhio acuto di giornalista, invitando spesso i detrattori a incrociarsi spade e dare quella spezia che tanti conduttori televisivi cercano con meno sottigliezza e successo.

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Nessun programma sui libri avrà avuto tanto effetto nel mondo dell’editoria (con tutto il rispetto per Régis Debray) e avrà lanciato così tanti autori di successo, con carriere a volte effimere. Ma alcuni, come Jean d’Ormesson a destra e Philippe Sollers a sinistra, avevano la loro cattedra per ciascuna pubblicazione.

L’arte della polemica intelligente e la fiducia degli adulti

Altri hanno fatto apparizioni degne di nota: Bukowski, ubriaco sul set, il brillante Brassens accanto al generale Bigeard, Gabriel Matzneff che Denise Bombardier parla dei suoi amori pedofili, Simon Leys che smonta il libro di un giornalista italiano scritto in onore della rivoluzione culturale, il falso Emile Ajar (alias di Romain Gary) in diversi stili.

La concisione, la pertinenza delle sue domande, i suoi ricordi divertiti o i suoi apostrofi convinsero presto i più grandi scrittori a concedergli interviste durante trasmissioni speciali. Solzhenitsyn nella sua casa nel Vermont, Georges Simenon a Losanna, Marguerite Yourcenar nel New England, Vladimir Nabokov che legge le sue risposte da un leggio fuori campo, Norman Mailer, Milan Kundera che rifiuta di essere “solo un dissidente”, ecc.

Sorprendi gli ospiti e i suoi amori Beaujolais

Le sue mostre con François Mitterrand, Giscard, Kirk Douglas, Delon, Gainsbourg, Ferré, Devos e Cabu avranno allargato il cerchio dello spettacolo, così come lo ha talvolta ampliato il suo questionario Proust. Ma Pivot non è solo “Apostrofi”. Poi ci fu il “Bouillon de culture” aperto a tutte le arti, e il rito del dettato offerto a tutti i francesi e presto messo in scena in tutti gli angoli della Francia.

Alla Fiera del Libro di Ginevra nel 1990. Bernard Pivot e Georges Haldas, il poeta, saggista e traduttore ginevrino, il cui “La leggenda del calcio” figura ancora nella biblioteca dei giornalisti francesi.

L’amante delle parole, divoratore di libri, ha finalmente preso naturalmente posto tra i membri della giuria dell’Académie Goncourt da lui presieduta. Ma era senza dubbio anche orgoglioso di aver creato il Comitato per la Difesa del Beaujolais, la sua regione, dove oggi una scuola porta il suo nome e la cui gastronomia, vino e calcio restano per lui la migliore difesa contro la tristezza parigina.

Diverse trasmissioni di Apostrofi sono visibili su YouTube e sul sito INA.

Olivier Bot è vicedirettore capo dal 2017, responsabile della sezione Mondo dal 2011 al 2017. Premio della stampa Alexandre de Varennes. Autore di “Cerca e indaga con Internet” presso Presses universitaire de Grenoble.Più informazioni

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