“Voglio vedere la morte nei tuoi occhi”… il violento compagno di 9 figli in tribunale

“Voglio vedere la morte nei tuoi occhi”… il violento compagno di 9 figli in tribunale
“Voglio vedere la morte nei tuoi occhi”… il violento compagno di 9 figli in tribunale
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Editoriale Guerande

Pubblicato il

12 ottobre 2024 17:30

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34 anni, questo residente di Saint-Nazaire (Loira Atlantica), che ha preso il suo posto sul banco degli imputati il ​​27 settembre, ha subito violenze durante la sua infanzia e il carcere a più riprese da quando è diventato adulto. Padre di nove figli, due dei quali deceduti, ha nella sua fedina penale nove condanne. Sul banco delle vittime piange la sua ex compagna, 42 anni, madre di cinque figli, nonna dal giorno prima. Si sono conosciuti nel maggio 2022. Lei è venuta molto presto a vivere con lui con sua figlia, che allora aveva sei anni. La coppia ha dato alla luce una bambina nel maggio 2023.

Ma in udienza la vittima non ha nascosto di essere diventata molto presto violenta:

“Dopo tre mesi minacciò di gettarmi dal balcone e di seppellirmi in giardino. »

Separati da luglio, si sono ritrovati davanti al tribunale di Saint-Nazaire perché la quarantenne era stata presa dal panico davanti ai recenti messaggi della trentenne, in particolare: “Sto per fare una follia omicida…” .

Ma cita tanti precedenti: «Per me sei morto… ti strangolerò finché non vedrò la morte nei tuoi occhi». A luglio “mi ha sparato alla coscia con una pistola scarica”… Lei dichiara che ha delle armi.

“Non aspettarti il ​​peggio”

Lei però lo difende: «È sempre quando è ubriaco che mi mette le ciambelle in faccia». E mostra chiaramente la sua colpa:

“Lo provoco, quando torna a casa ubriaco alle 8 di mattina gli chiedo se si è divertito con le sue puttane…”

Dice: “Sì, mi sento in colpa, non sono responsabile delle percosse, ma delle mie parole”.

E aggiunge: “Conoscevo il suo passato, sapevo che aveva avuto un seguito psicologico, vorrei che stesse bene”.

Da parte sua, l’uomo ammette: “Lei mi spinge finché non crollo”.

Sebbene abbia vissuto di famiglia affidataria in famiglia affidataria, dice di aver ricominciato a bere “da quando suo padre è morto nel 2022”.

Il Pubblico Ministero ritiene che la vittima debba essere tutelata:

“È giunto il momento di porre fine a questa spirale di violenza e di non aspettare il peggio. »

Si chiede: “Mi chiedo se quest’uomo sia consapevole del suo normale funzionamento”.

Di fronte all’atteggiamento della vittima, gli ricorda: “Tu ti senti in colpa, ma qui parliamo di violenza, non ne sei responsabile!” » Violenze di cui il presidente aveva appena mostrato tracce impressionanti in numerose foto.

Revoca della potestà genitoriale

Possiamo dire che Me Maud Lesève “si impegna molto” per difendere un uomo il cui “stato di salute non è semplice”.

Infatti, a seguito di un incidente sul lavoro, ha dovuto assumere antidolorifici molto forti e sottoporsi a due sedute di fisioterapia a settimana.

Ripensa alla sua infanzia: “Ha subito abusi al punto da avere un braccio, un piede e una gamba rotti”. E raccoglie una confessione dal suo cliente:

“Quando bevo tiro fuori il peggio di me. »

Avendo chiesto l’incarcerazione, l’avvocato rimprovera: “È già stato in prigione, questo lo ha cambiato? NO “.

Insiste: “Ha pensato di lasciare la sua casa alla vittima e di tornare a Parigi dalla sua famiglia”.

È tra i singhiozzi che il quarantenne ascolta la sentenza: tre anni di carcere, di cui uno sospeso con la condizionale. All’uomo è vietato ogni contatto con la vittima e viene revocata la potestà genitoriale sulla figlia. Gli interessi civili saranno discussi il 20 maggio 2025.

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