Il Premio Nobel per la Chimica 2024 per lo studio delle proteine ​​mediante l’intelligenza artificiale

Il Premio Nobel per la Chimica 2024 per lo studio delle proteine ​​mediante l’intelligenza artificiale
Il Premio Nobel per la Chimica 2024 per lo studio delle proteine ​​mediante l’intelligenza artificiale
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È un eufemismo affermare che i Premi Nobel di quest’anno mettono sotto i riflettori l’intelligenza artificiale (AI). Ben due premi – fisica e chimica – sono stati assegnati, nel corso di questo lotto del 2024, a ricercatori che hanno contribuito all’avvento dell’intelligenza artificiale (premio Nobel per la fisica martedì 8 ottobre) o hanno applicato queste tecniche a un vecchio problema di biologia strutturale – ripiegamento delle proteine ​​– con un successo fenomenale. Al punto che potremmo dire che l’IA ha avuto quest’anno due premi Nobel.

Il Premio Nobel per la Chimica 2024, annunciato mercoledì 9 ottobre, è stato assegnato per metà all’americano David Baker, 62 anni, direttore dell’Institute for Protein Design dell’Università di Washington, a Seattle, per il suo contributo alla progettazione delle proteine. Nel 2003, con il suo team, ha creato una nuova proteina. È anche all’origine del software Rosetta, utilizzato oggi per modellare, progettare e analizzare le strutture delle proteine.

L’altra metà del Premio Nobel va al britannico Demis Hassabis (48 anni) e all’americano John Jumper (39 anni), per il loro lavoro sulla previsione della struttura delle proteine ​​mediante l’intelligenza artificiale. Nel 2018, il software AlphaFold, sviluppato con numerosi ricercatori di Google DeepMind, ha vinto un concorso per la previsione del ripiegamento delle proteine ​​(CASP), un formidabile problema di biologia computazionale. La versione 2 di AlphaFold ha risolto definitivamente questo problema di piegatura, rivoluzionando il campo. Demis Hassabis, specialista in neuroscienze cognitive, è il cofondatore di DeepMind e John Jumper ha lavorato durante la sua tesi (difesa nel 2017) sul ripiegamento delle proteine, in particolare con il chimico Karl Freed, dell’Università di Chicago.

L’ultima versione del software AlphafFold 3 è ora in grado di prevedere le interazioni delle proteine ​​con le molecole circostanti.

HA Ricercaabbiamo seguito questo progresso nel corso degli anni e troverete, di seguito, liberamente accessibili, diversi articoli che fanno luce su questo lavoro e sulle sue problematiche.

Su Rosetta e il primo concorso vinto da AlphaFold nel 2018: “L’intelligenza artificiale stimola lo studio delle proteine”

Sui progressi portati da AlphaFold 2 verso la previsione della funzione delle proteine: “Biologia computazionale sottosopra”

Sui database delle strutture proteiche ora disponibili: “Quasi tutte le strutture proteiche ora sono previste”

Infine, sulla ricerca di nuove molecole terapeutiche resa possibile da questi progressi: “Alla ricerca di molecole”

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