cos’è la categoria 5, il grado più alto?

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Milton è stato aggiornato questo lunedì al rango di uragano di categoria 5 dall’American Hurricane Center (NHC) che avverte dei “venti pericolosi” che porterà in Messico, prima di approdare in Florida (Stati Uniti) entro mercoledì.

Una categoria rivista al rialzo. Milton è diventato un uragano di categoria 5, la più alta, ha annunciato lunedì 7 ottobre l’agenzia americana per gli uragani.

In meteorologia, gli scienziati classificano gli uragani su una scala da 1 a 5 sulla cosiddetta scala Saffir-Simpson, utilizzata per descrivere l’intensità delle tempeste. Gli uragani di categoria 5 generano venti superiori a 249 chilometri orari, secondo questa classificazione, richiamata da Météo-France.

Oltre a venti devastanti, questo tipo di uragani può essere accompagnato da piogge torrenziali e da un catastrofico innalzamento del livello dell’acqua, causando inondazioni simili a tsunami quando colpiscono la costa.

Ad esempio, nel 2019, i venti dell’uragano Dorian hanno sfiorato i 300 km/h, un livello senza equivalenti nella storia delle Bahamas, secondo l’American National Hurricane Center (NHC).

Anche questo tipo di cicloni sta diventando sempre più frequente: dal 2015 se ne osserva uno ogni anno, una serie record. Prima erano molto più rari.

Piccoli e grandi temporali

Nel 2016, l’uragano Matthew è stato il primo ciclone di categoria 5 a colpire l’Atlantico dal 2007. Un altro uragano di categoria 5, Irma, che ha devastato i Caraibi e gli Stati Uniti meridionali nel settembre 2017.

Particolarmente violento, l’uragano Katrina – anch’esso di categoria 5 – ha causato la morte di oltre 1.800 persone sulla costa del Golfo degli Stati Uniti nel 2005.

In confronto, l’uragano Florence nel 2018 è stato declassato alla categoria 1, prima di approdare sulle coste della Carolina del Nord e del Sud, sebbene fosse comunque estremamente pericoloso.

“Un evento di categoria inferiore può quindi essere pericoloso e causare gravi danni”, spiega Emmanuel Bocrie, meteorologo di Météo-France, intervistato all’epoca.

Meno potente, Firenze aveva tuttavia portato piogge torrenziali nelle terre già allagate della Carolina del Nord, della Carolina del Sud e della Virginia occidentale, provocando inondazioni e lasciando più di 480.000 case senza elettricità.

Verso un aumento degli uragani violenti?

Nel 2018, una serie di tempeste particolarmente violente, tra cui l’uragano Florence a settembre e l’uragano Michael un mese dopo, hanno ucciso decine di persone e causato danni per circa 32 miliardi di dollari (29 miliardi di euro) nella Carolina del Nord, nella Carolina del Sud e in Florida. L’uragano Michael è considerato la tempesta più potente che ha colpito gli Stati Uniti dal 1969.

A maggio, l’Agenzia statunitense per gli oceani e l’atmosfera NOAA aveva previsto una stagione degli uragani “quasi normale” nell’Atlantico per il 2019. Ma le autorità incoraggiano gli americani a prepararsi ad affrontare questi fenomeni, dato che più di 80 milioni di persone vivono in aree considerate ad alto rischio, anche se non vivono direttamente sulle coste. Per i residenti, infatti, la minaccia principale sono soprattutto le inondazioni, più che i venti violenti.

Gli scienziati credono da tempo che il riscaldamento globale probabilmente renderà le tempeste tropicali ancora più distruttive in futuro, una realtà che secondo alcuni di loro è già visibile.

Anche l’aumento della temperatura degli oceani, causa principale dell’intensificazione degli uragani, e l’innalzamento del livello del mare potrebbero mettere a repentaglio i sistemi di difesa costiera.

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