La Francia è il più grande consumatore mondiale di burro. Un francese consuma in media otto chilogrammi di burro all’anno. UFC Que Choisir rivela i controlli effettuati su questi prodotti. Secondo i risultati di questa indagine condotta dalla Direzione generale per la concorrenza, il consumo e il controllo delle frodi (DGCCRF), quasi un terzo dei controlli rivela anomalie più o meno gravi nella composizione e nell’etichettatura del burro e delle materie grasse del latte.
Secondo i controlli, quasi il 30% delle analisi rivela anomalie riguardanti il processo di fabbricazione o la composizione. Nel dettaglio sono state riscontrate diverse anomalie:”l’utilizzo di materie grasse del latte diverse dalla panna e non autorizzate per alcuni tipi di burro di qualità“, “un deficit di sale per i burri salati o semisalati“, “un contenuto di acqua troppo elevato rispetto alle soglie normative che influiscono sulla qualità dei prodotti” E “l’utilizzo di miscele di burri o di burri riciclati per burri che beneficiano tuttavia di una qualificazione di superiorità“.
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“La tentazione è tanto più forte in quanto il prezzo della materia grassa del latte ha raggiunto livelli elevati negli ultimi anni, a causa del deficit della produzione francese. Nel 2019 le frodi sono in aumento rispetto alla stessa indagine condotta nel 2015-2016, con un tasso di anomalia del 14%“, riferisce la DGCCRF.
Queste pratiche non sono normative e possono costituire una frode. Spesso i produttori cercano di risparmiare sulla materia prima. Secondo le conclusioni della DGCCRF è stata redatta una sola relazione, per “distruzione dei sigilli“.
VIDEO – Come fare il burro?