si conferma la dinamica Glucksmann

si conferma la dinamica Glucksmann
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La dinamica del capolista del PS e della Place publique Raphaël Glucksmann si conferma nelle intenzioni di voto alle elezioni europee, dell’8 e 9 giugno, e si riduce il divario con la candidata del Rinascimento Valérie Hayer, anche se il saggista evita ogni trionfalismo.

A sei settimane dalle elezioni, con il 14% delle intenzioni di voto (+2,5 in un mese), la lista di Raphaël Glucksmann è più vicina a quella della maggioranza presidenziale guidata da Valérie Hayer, al 17% (-1), secondo un rapporto Cevipof-Ipsos -Lo studio dell’Institut Montaigne-Fondation Jean-Jaurès pour le Monde è stato pubblicato lunedì e ha coinvolto 10.651 persone.

E secondo il sondaggio quotidiano Ifop-Fiducial per LCI, Le Figaro e Sud Radio, la lista degli eurodeputati ha un 14,5% di intenzioni di voto (+ 2,5 punti in una settimana), a soli 1,5 punti da quella di Valérie Hayer (16%, -1 punto in una settimana).

I socialisti come i macronisti restano largamente dietro al Raggruppamento Nazionale di Giordania Bardella, accreditato al 32% dall’Ipsos, al 31,5% dall’Ifop.

“Esiste una chiara dinamica” a favore del signor Glucksmann, ritiene Gilles Finchelstein, segretario generale della Fondazione Jean-Jaurès.

Egli sottolinea in particolare una lezione sorprendente: “i simpatizzanti socialisti tornano ad essere elettori socialisti”. “Nel 2019, solo il 40% dei simpatizzanti socialisti erano elettori socialisti. Eccoci quasi al 90%” in questo sondaggio che illustra il “ritorno dell’orgoglio”.

Con un punteggio vicino a quello della Hayer, tenendo conto dei margini di errore dei sondaggi, il signor Glucksmann può in teoria nutrire la speranza di un incrocio delle curve tra le due liste. “Non lo avrei detto un mese fa”, ma “non è più impossibile”, aggiunge Finchelstein.

Per il candidato, il termine rimane un tabù. “Non siamo mai noi a raccontare questa storia dell’incrocio di curve, non voglio che siamo noi a produrre questa storia”, ha spiegato giovedì ad alcuni giornalisti, a margine del suo incontro a Strasburgo.

L’eurodeputato, divenuto nel mirino dell’estrema destra, dei Macronie e anche dei suoi concorrenti di sinistra, dice di sapere “troppo bene” cosa ciò potrebbe comportare se la sera del 9 giugno non riuscisse a superare Valérie Hayer .

“Everest”

“On va dire que c’est décevant, on va parler d’échec”, même si on fait 12%, ce qui signifie qu’on aura quand même doublé notre score de 2019 (6,19%), rappelle-t- egli.

Raphaël Glucksmann sottolinea che “si uniscono a noi persone che hanno votato per cose molto diverse alle ultime elezioni presidenziali, hanno l’opportunità di essere d’accordo con se stesse”.

Se, guardando i sondaggi, ammette “certamente”, cerca di mettere le cose in prospettiva: “se perdiamo due punti non è la fine del mondo, se guadagniamo due punti non è l’Everest”.

All’interno del Ps c’è chi non nasconde la speranza di raddoppiare la lista dei macronisti. “Se riusciamo a catturare chi si astiene, potrebbe esserci un crossover”, assicura un dirigente del partito. “Le persone che si astengono, spesso hanno votato con successo l’ultima volta, Jean-Luc Mélenchon o Emmanuel Macron, e oggi sono deluse”.

Per Brice Teinturier, vicedirettore generale di Ipsos, “Glucksmann vive della debolezza dei suoi concorrenti”, e soprattutto “perché LFI e gli ambientalisti se la passano male”, ricorda in un articolo sul quotidiano Le Monde.

Il saggista 44enne, che lunedì sera sarà presente a un incontro a Grenoble, approfitta anche delle “difficoltà di Emmanuel Macron e recupera il 17% dei suoi elettori alle elezioni presidenziali”, osserva. Voti che “contano doppio” nella caccia al secondo posto nel ballottaggio, sottolinea Finchelstein.

Infine “Raphaël Glucksmann sta conducendo semplicemente una buona campagna”, giudica Teinturier, perché parla di Europa, pone “l’accento sulla transizione ecologica” e ha “una linea chiara nei confronti dell’Ucraina ma anche di Gaza.

Ma per il sondaggista l’attraversamento delle curve resta “improbabile” a causa della volatilità del suo elettorato (solo il 55% è attualmente sicuro di votare per lui).

È sufficiente che alcuni elettori ancora indecisi “tornino all’EELV, alla LFI o alla maggioranza presidenziale perché il (loro) punteggio diminuisca”.

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