René Prêtre, cardiochirurgo di fama mondiale, una delle personalità più rispettate e apprezzate in Svizzera, si gioca i prolungamenti di una carriera prestigiosa. Ospite di spicco della trasmissione della RTS delle 19:30, l’eminente specialista ripensa al suo pensionamento, a dir poco “attivo”.
Nell’estate del 2022, René Prêtre ha annunciato il suo ritiro dopo 40 anni di carriera e più di 6.000 operazioni al cuore, la metà dei quali su bambini e neonati, a volte di soli pochi giorni.
“Sto per raggiungere i 65 anni, ovviamente farò qualche intervento chirurgico in più, ma ho altri progetti che devono arrivare”, ha detto nel 2022. Gli altri progetti in questione: prendere fiato, leggere, viaggiare, andare. al calcio con il suo ragazzo.
Ma in realtà l’uomo esegue ancora diversi interventi alla settimana, in particolare al CHUV, che non esita a chiamarlo. A 67 anni, lo «svizzero dell’anno 2009» non ha mai veramente messo da parte i suoi strumenti, anzi.
“Non sono insostituibile, ma il reparto di chirurgia pediatrica del CHUV è stato riorganizzato e mi è stato chiesto di essere un po’ più coinvolto. Mi hanno trattenuto anche per poter condividere la mia esperienza con i colleghi, ma anche per i bambini e i loro genitori , e sono felice di farlo”, spiega nella trasmissione RTS delle 19:30
Un chirurgo appassionato
Dedizione totale, enorme forza lavoro, anche un certo senso dell’umorismo e, soprattutto, estrema concentrazione e precisione. Chi lo ha conosciuto descrive ancora un medico più che appassionato, abitato dalla certezza di poter cambiare il corso di un destino.
“Ovviamente c’è passione dietro”, ammette. “Mi ha sempre fatto sorridere quando la gente mi diceva ‘il tuo lavoro’. ‘Lavoro’ ha una connotazione un po’ negativa dire: ‘suona il pianoforte, gioca a tennis’. Anche per me potremmo dire: ‘suona la chirurgia’.
Del resto René Prêtre non opera solo in Svizzera. Svolge tuttora missioni umanitarie su base volontaria, in Mozambico e Cambogia in particolare. In totale, ha salvato 594 vite in questi due paesi.
L’importanza della trasmissione
Ma soprattutto il chirurgo ha contribuito alla formazione dei medici locali, che oggi operano fino a 400 bambini all’anno.
Per lui, che rifiuta di andare a lavorare in questi Paesi con un sentimento di “carità” o di “colonizzatore”, “l’aspetto formativo è essenziale”. L’obiettivo è tramandare ai colleghi cambogiani e mozambicani i 70 anni di storia della cardiochirurgia.
Soggetto televisivo: Olivier Dessibourg
Adattamento web: Julien Furrer