un paziente “potenzialmente” guarito dall’HIV a Marsiglia, il primo in Francia: News

un paziente “potenzialmente” guarito dall’HIV a Marsiglia, il primo in Francia: News
un paziente “potenzialmente” guarito dall’HIV a Marsiglia, il primo in Francia: News
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Secondo un comunicato stampa degli ospedali universitari di Marsiglia diffuso da Midi Libre, venerdì 17 gennaio, un paziente affetto da HIV sarebbe in remissione. Si tratterebbe del primo caso in Francia e dell’ottavo caso al mondo.

Questo sarebbe un importante passo avanti in campo medico. Come riportato da Midi Libre, venerdì 17 gennaio, una donna è stata dichiarata in remissione dall’HIV a Marsiglia, dopo 25 anni di lotta contro la malattia. Questo paziente, seguito dal Centro di informazione e cura dell’immunodeficienza umana (CISIH) dell’ospedale Sainte-Marguerite della città di Marsiglia, “potrebbe rappresentare il primo caso di remissione di guarigione funzionale dell’HIV in Francia dopo un trapianto di midollo osseo allogenico“, spiega un comunicato stampa degli ospedali universitari di Marsiglia, diffuso dai nostri colleghi.

HIV positivo dal 1999, il paziente ha oggi 60 anni. “Nonostante gli efficaci trattamenti antiretrovirali dal 2010, ha sviluppato una leucemia mieloide acuta nel 2020. Un trapianto di midollo osseo allogenico effettuato presso l’Istituto Paoli-Calmettes nel luglio 2020 ha permesso di curare la sua leucemia. Il donatore aveva una rara mutazione genetica (Delta 32) nel gene CCR5, che impediva all’HIV di entrare nelle cellule“, precisa il comunicato.

Solo sette casi di guarigione dall’HIV nel mondo

Dopo questo trapianto, il paziente ha continuato il trattamento antiretrovirale per tre anni prima di interromperlo nell’ottobre 2023. I test virologici successivamente effettuati dal paziente sono risultati negativi. La cura dell’HIV sarebbe la prima in Francia. A livello globale, sono stati segnalati solo sette casi di cura funzionale dell’HIV dopo trapianto allogenico di midollo osseo, finalizzato al trattamento di linfoma o leucemia. Per sei di loro, il donatore portava la mutazione Delta 32 sul recettore CCR5.

pubblicato il 17 gennaio alle 17:12, Quentin Marchal, 6Medias

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Salute

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