Lo studio dell’evoluzione umana sta prendendo una svolta affascinante grazie a una recente scoperta sui comportamenti dei moderni scimpanzé. Secondo una nuova ricerca condotta a Bossou, in Guinea, questi primati selezionano i loro strumenti di pietra in modo simile agli ominidi Oldowan, che vissero 2,5 milioni di anni fa. Queste osservazioni offrono nuove intuizioni sulle origini dell’uso degli strumenti e sui parallelismi tra i comportamenti dei primati moderni e quelli dei nostri antenati.
Un po’ di contesto storico e scientifico
L’uso degli strumenti è stato a lungo associato all’evoluzione umana. I primi utensili in pietra, detti utensili ovunquerisalgono a circa 3,3 milioni di anni, ben prima della comparsa del genere omo. A quest’epoca risalgono anche fossili con tracce di strumenti da macellaio. Tuttavia, gli strumenti Oldowayenscomparsi circa 2,5 milioni di anni fa, segnano una tappa fondamentale nella storia tecnologica degli ominidi. Questi strumenti rudimentali riflettevano già la comprensione delle proprietà specifiche dei materiali, come la durezza e la resistenza alla frattura.
In questo contesto, l’archeologia dei primati gioca un ruolo cruciale. Amplia la nostra comprensione dei comportamenti dei primati non umani in relazione agli strumenti, offuscando il confine tra uomo e animale. Comprendere come i primati moderni utilizzano e selezionano gli strumenti può in particolare far luce sui processi cognitivi coinvolti nei nostri antenati, rivelando somiglianze inaspettate nel modo in cui queste specie interagiscono con i loro ambienti.
Lo studio sugli scimpanzé Bossou
A Bossou, gli scimpanzé sono noti per il loro uso sofisticato strumenti di pietra per rompere le noci. I ricercatori, guidati da David Royce Braun, hanno introdotto nuove pietre, sconosciute agli scimpanzé, per esaminare i loro comportamenti di selezione. Ogni pietra è stata valutata per le sue proprietà meccaniche, come durezza, resistenza ed elasticità, per determinare se queste caratteristiche influenzassero le scelte degli scimpanzé.
I risultati mostrano che questi primati non scelgono i loro strumenti a caso; preferiscono pietre più dure per i martelli e pietre più morbide per le incudini, ottimizzando così la loro efficienza. Ad esempio, le pietre più dure richiedono meno colpi per rompere una noce, mentre le pietre più morbide riducono il rischio di rottura dell’incudine. Questo comportamento rivela a comprensione intuitiva delle proprietà dei materiali, anche quando non sono visibili a occhio nudo.
Dallo studio è inoltre emerso che i giovani scimpanzé imparano osservando gli adulti, spesso riutilizzando strumenti già selezionati. Questo trasferimento di conoscenze evidenzia l’importanza dell’apprendimento sociale nella cultura dei primati.
Paralleli con gli antichi ominidi
Lo dimostrano gli strumenti Oldowan, scoperti in siti archeologici in Africa i nostri antenati erano altrettanto selettivi nella scelta dei materiali. Prediligevano pietre specifiche per la loro capacità di fratturarsi in modo netto o di resistere all’usura. Anche se gli ominidi oldowiani potrebbero non aver avuto una comprensione cosciente delle proprietà meccaniche delle pietre, le loro scelte riflettono un processo di apprendimento e sperimentazione collettivi, simile a quello osservato negli scimpanzé moderni.
Questa scoperta, pubblicata sul Journal of Human Evolution, solleva una domanda intrigante: i meccanismi cognitivi coinvolti nella selezione degli strumenti erano fondamentalmente diversi tra gli antichi ominidi e i primati non umani? Gli scimpanzé dimostrano che processi relativamente semplici, come l’apprendimento individuale e sociale, sono sufficienti per sviluppare una tecnologia efficace. Gli ominidi potrebbero aver adottato approcci simili prima che si sviluppassero forme più sofisticate di trasmissione culturale.
Quali implicazioni scientifiche?
Le implicazioni di questo studio vanno oltre la comprensione degli scimpanzé; ridefiniscono la nostra visione degli inizi della tecnologia umana e mettono in risalto le basi cognitive comuni condivise da primati e ominidi. Sottolinea inoltre l’importanza dell’apprendimento sociale nello sviluppo degli strumenti, un processo che potrebbe essere all’origine della cultura umana.
Questi risultati potrebbero anche aiutare gli archeologi a interpretare meglio la documentazione materiale dei primi strumenti. Se gli scimpanzé moderni possono selezionare e utilizzare strumenti in modi così sofisticati, ciò complica il compito di distinguere gli artefatti prodotti dagli ominidi da quelli generati dai primati non umani in antichi contesti archeologici.
Lo studio apre inoltre numerose strade di ricerca. Sarebbe interessante, ad esempio, esaminare se altre popolazioni di scimpanzé o altri primati mostrino comportamenti simili. I ricercatori potrebbero anche studiare come i fattori sociali, come la condivisione degli strumenti o le interazioni tra gruppi, influenzano la selezione dei materiali.
Inoltre, la ricerca solleva interrogativi su come gli antichi ominidi abbiano trasmesso la loro conoscenza degli strumenti. Hanno imparato osservando altri individui, come gli scimpanzé, o hanno sviluppato metodi di comunicazione e insegnamento più sofisticati?
Studi futuri potrebbero esplorare questi meccanismi integrando analisi di siti archeologici, esperimenti controllati con primati e modelli cognitivi.