Questi ragni semi-acquatici “ancorano le zampe posteriori a una pietra o a una pianta, lasciando che le zampe anteriori galleggino sull’acqua”, si legge nello studio. Quindi gli aracnidi aspettano la loro preda. Al minimo movimento dell'acqua o al minimo contatto con le zampe, i ragni attaccano.
Se sono così negligenti è perché i ragni piscivori sono predatori generali; in altre parole, tutto ciò che si muove andrà bene. Nella maggior parte dei casi, ciò implica che il loro pasto sia costituito da insetti che sono semplicemente caduti in acqua. Di tanto in tanto, però, attaccano deliberatamente animali più grandi, come i pesci.
Per fare questo, le creature possono contare su un arsenale formidabile, con le loro mascelle capaci di perforare la pelle con cui iniettano un veleno letale carico di potenti neurotossine, sostanze devastanti per il sistema nervoso del loro bersaglio.
Una volta morto il pesce, i ragni lo trascinano sulla terraferma e gli somministrano un vero e proprio kit chimico per liquefarne i tessuti corporei, rendendo così la carne più facile da consumare.
Nel regno animale, un predatore è in media 42 volte più grande della sua preda. Al contrario, i ragni mangiatori di pesce potrebbero essere più piccoli del loro bersaglio.
Ad esempio, secondo le ipotesi degli autori, un ragno del genere Ancilometiindicando 7 grammi sulla bilancia, potrebbe essere in grado di catturare un pesce da 30 grammi.
Una fonte di cibo così sproporzionata potrebbe svolgere un ruolo essenziale per le femmine durante la produzione delle uova o per i ragni che non hanno accesso a una fonte di insetti sufficiente.
In ogni caso, una cosa è certa: per i pesciolini non ci sono più buone notizie.